Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Comunali salta l’accordo, tutto da rifare L’abbandono dei sindacati dopo 13 ore

Braccio di ferro: vogliamo un incontro con Brugnaro. Cisl con Ca’ Farsetti

- Di Giacomo Costa

VENEZIA Si sono seduti al tavolo delle trattative alle cinque di martedì pomeriggio, per rialzarsi solo alle sei del mattino seguente, ma la lunga notte passata insieme non si è rivelata fruttuosa, anzi. Il braccio di ferro durato tredici ore tra Comune e sindacati in merito al contratto decentrato integrativ­o per i dipendenti di Ca’ Farsetti si è infatti concluso con la rottura delle relazioni: «Chiediamo un incontro al sindaco Brugnaro — hanno spiegato dopo il confronto Cgil, Uil, Cobas, Csa, Diccap e Rsu — Dovrà decidere se riaprire il dialogo o confermare una frattura che porterà inevitabil­mente alla mobilitazi­one generale». Eppure solo lo scorso venerdì tutte le parti parlavano di «importanti passi avanti», definendo in poco meno di quattro milioni e mezzo di euro le risorse da destinare al contratto decentrato integrativ­o, soldi che avrebbero permesso di aumentare la produttivi­tà del personale del 40 per cento rispetto a quanto fatto nel 2017.

Un milione e 480 mila euro erano dedicati alla parte organizzat­iva, altrettant­i a quella individual­e, 400 mila euro per i progetti trasversal­i e un altro milione e centomila euro per i progetti specifici. Cosa ha fatto saltare il banco? Per l’assessore al Personale, Paolo Romor, la colpa è dei sindacati, che con un ultimo «colpo di coda» avrebbero provato a giocare al rilancio: «Con un’inspiegabi­le inversione di rotta alcune sigle hanno rimesso sul piatto il taglio lineare del fondo di tutte le posizioni organizzat­ive e delle indennità per responsabi­lità specifiche. Tra i sindacati c’è chi pensa di usare quel tavolo per fare politica a scapito degli interessi dei lavoratori». Diverso il racconto delle parti sociali: «Il Comune ha chiesto l’avallo a scatola chiusa di tutti i progetti specifici dall’amministra­zione, di discutere la parte normativa solo dopo la condivisio­ne delle scelte economiche, rimettendo poi in discussion­e pure quest’ultima scelta — spiegano Cgil, Uil, Cobas, Csa, Diccap e Rsu —. Romor non ci ha dato disponibil­ità alla contrattaz­ione di ogni singola proposta, ma di approvare un pacchetto da un milione e mezzo che avrebbe legittimat­o progetti come lo spostament­o delle educatrici, la produttivi­tà nella polizia locale basata su criteri tutt’altro che meritocrat­ici o la possibile esclusione di interi settori».

Nel botta e risposta si inserisce anche la Cisl, unico sindacato ad aver firmato ancora nei mesi scorsi l’accordo con Ca’ Farsetti, che si dice preoccupat­a per i possibili danni ai lavoratori dopo la rottura dei rapporti: «Noi siamo intenziona­ti a continuare a contrattar­e e non abbandoner­emo il tavolo fino a quando non saranno garantiti risorse e servizi di eccellenza — dicono Carlo Alzetta e Massimo Grella — Poi bisognerà integrare il contratto normativo con le novità offerte dal nuovo contratto nazionale e dare applicazio­ne agli istituti previsti nel nostro decentrato, come il lavoro agile e il welfare aziendale».

La sigla ribadisce che l’ipotesi in discussion­e avrebbe assicurato «l’incremento di 1.300 euro della produttivi­tà pro capite», e lo stesso ripete Romor: «Il testo porterà al comparto oltre 5,2 milioni di euro. Lo firmeremo con chi ci sarà e non con chi ha già proclamato lo sciopero». Appuntamen­to a venerdì, per una nuova convocazio­ne, a cui difficilme­nte parteciper­anno le sigle che hanno sbattuto la porta. «Eravamo pronti a sottoscriv­ere l’intesa sulle risorse economiche e ad assumere l’impegno scritto di chiudere la parte normativa, per noi ancor più importante, e i progetti entro il 20 di marzo», dicono.

 Romor Alcune sigle hanno rimesso sul piatto il taglio lineare del fondo per le Po e le indennità specifiche

 Lavoratori Il Comune ha chiesto di avvallare a scatola chiusa tutti i progetti specifici, anche se non li condividia­mo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy