Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tetto agli stranieri, corsi, laboratori Scuola, progetto per l’accoglienza
Accordo in Prefettura, a Venezia la prima sperimentazione. Limite: si parte dal 40%
VENEZIA Niente più classi dove gli alunni stranieri superano gli italiani, Comune, Regione e Ufficio scolastico regionale varano un piano di accoglienza nelle scuole che aiuti i bambini stranieri, soprattutto dal punto di vista della lingua ma non solo. E uno dei punti cardine è la percentuale di presenza nelle classi. L’obiettivo è rispettare il tetto del 30 per cento di stranieri nelle scuole, stabilito dal ministero nel 2010 e quasi mai rispettato. Ieri, in Prefettura, è stato firmato un protocollo di intesa pilota in Italia, una sperimentazione che punta a migliorare la qualità dell’integrazione nelle scuole veneziane.
Firmare il protocollo è stato semplice, ora parte la vera sfida: la collaborazione tra dirigenti, ufficio scolastico, Comune per mettere in campo tutti gli strumenti possibili. «Sappiamo che il percorso sarà lungo ma abbiamo deciso di investirci tempo e risorse dice l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini non c’è alcuna intenzione di aumentare difficoltà e lavoro per scuole e famiglie, ma di avere una migliore distribuzione degli studenti stranieri, a beneficio di tutti».
Dei 99.745 (sono 598.150 in Veneto) bambini e ragazzi iscritti all’anno scolastico nel Veneziano, 14.035 non sono italiani, il 12,4 per cento del totale. Si tratta per lo più di bambini di scuole di infanzia (3.361), elementari (5.207) e medie (2.708) e che spesso risiedono in quartieri come quello della stazione ferroviaria a Mestre e nella Municipalità di Marghera. È proprio in queste due zone che ci sono scuole dove la percentuale fissata da Roma e, poi dalla Regione, sono state superate con picchi di oltre il 50 per cento di bimbi stranieri iscritti alle elementari Grimani (Marghera) e alle medie Giulio Cesare (Mestre). Due scuole dove non a caso, da anni, si portano avanti progetti importanti. Se poi, durante l’anno scolastico, arrivano nuovi alunni, che magari non parlano l’italiano, la situazione può diventare complicata. Si tratta di una quindicina di casi l’anno e il protocollo firmato ieri partirà proprio da loro. «Proponiamo di accompagnare i neo-arrivati nel loro inserimento scolastico - spiega la direttrice regionale Daniela Beltrame non ci saranno operazioni drastiche ma un lavoro di sinergia, a partire dalle scuole, sollecitate a mettersi in rete tra di loro per trovare soluzioni, noi offriremo supporto con, ad esempio, laboratori didattici e dopo scuola». Per i primi due anni, i firmatari dell’intesa hanno deciso di alzare l’asticella del 30 per cento al 40, proprio per facilitarne l’attuazione. «Se sarà necessario - sottolinea Venturini - il Comune aumenterà i servizi di trasporto scolastico». Nessun bambino sarà tuttavia costretto ad attraversare la città per raggiungere la propria scuola ma magari non sarà inserito nell’istituto più vicino a casa, pur restando nella stessa Municipalità. Se la sperimentazione funzionerà, «la esporteremo in altri capoluoghi di provincia», anticipa Beltrame. Aggiunge la Regione: «Vogliamo fare scuola su scala nazionale a partire da Venezia, a cui vanno i miei ringraziamenti per aver proposto di avviare questo lavoro di squadra spiega l’assessore veneto a Istruzione Elena Donazzan siamo i primi in Italia a dare gambe al tetto del 30 per cento e se ci riusciremo chiederemo a Roma di sostenere il nostro intervento». La Città metropolitana di Venezia non è in cima alle classifiche regionali per numero di studenti stranieri, anzi, è quinta in Veneto, ma Venezia capoluogo è terza rispetto agli altri capoluoghi.