Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tiziano e Tiepolo «rivisti», riapre Santa Caterina
Rinnovato il museo trevigiano, in esposizione 155 opere. E spunta una «Wunderkammer»
Affreschi del Trecento, pale d’altare e ritratti, per arrivare a Guardi e a Tiepolo: sette mesi dopo la chiusura al pubblico riapre, completamente rinnovata negli impianti e nell’allestimento, la pinacoteca del museo di Treviso all’ex convento di Santa Caterina. Un gioiello nel gioiello – in un contesto architettonico di pregio - che ricolloca in una luce nuova i capolavori della collezione civica, fondata nel 1851: tredici sale che si intersecano con la «manica lunga», cinquecento metri quadrati e 155 opere, molte delle quali mai viste prima.
L’itinerario parte idealmente con il ciclo pittorico di Sant’Orsola di Tomaso da Modena, nell’adiacente chiesa sconsacrata, e sale al primo piano. Le prime due sale sono dedicate all’arte medievale e agli affreschi che furono salvati nel tardo Ottocento, staccati da chiese e palazzi poi distrutti; la terza sala regala uno scorcio del gotico internazionale rappresentato, fra le altre, da una Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano.
La galleria raccoglie i capolavori del Rinascimento con Dario da Treviso, Cima da Conegliano, Giovanni Bellini, Pordenone e Lorenzo Lotto. Non potevano mancare le grandi pale d’altare di Paris Bordon e Jacopo Bassano affiancate da ritratti, tra i quali uno di Tiziano dedicato a Sperone Speroni. Una sala raccoglie i lavori del Pozzoserrato, artista fiammingo, mentre tra le opere di Seicento e Settecento spiccano dipinti di Rosalba Carriera, Giambattista e Giandomenico Tiepolo e Francesco Guardi. L’Ottocento e il Novecento della collezione civica trovano spazio al museo Bailo, in borgo Cavour.
L’allestimento curato dall’architetto Marco Rapposelli si chiude con una curiosa Wunderkammer, una stanza di piccole nicchie illuminate per accogliere le «arti minori», medaglie e piccole sculture: richiama lo studiolo privato di un benestante collezionista, precursore dei musei pubblici.
Con questo ultimo investimento di 350 mila euro, lo stanziamento dell’amministrazione comunale su Santa Caterina ammonta a 2 milioni e mezzo di euro in cinque anni: «Questo è un tassello fondamentale della politica culturale di Treviso, un volano per la crescita sociale ed economica della città – ha detto il sindaco Giovanni Manildo ringraziando quanti hanno lavorato al progetto -. Il nostro museo è sempre più importante, un luogo reso migliore per valorizzare a pieno il nostro patrimonio di straordinario valore. I visitatori rimarranno sorpresi».