Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tiziano e Tiepolo «rivisti», riapre Santa Caterina

Rinnovato il museo trevigiano, in esposizion­e 155 opere. E spunta una «Wunderkamm­er»

- Silvia Madiotto

Affreschi del Trecento, pale d’altare e ritratti, per arrivare a Guardi e a Tiepolo: sette mesi dopo la chiusura al pubblico riapre, completame­nte rinnovata negli impianti e nell’allestimen­to, la pinacoteca del museo di Treviso all’ex convento di Santa Caterina. Un gioiello nel gioiello – in un contesto architetto­nico di pregio - che ricolloca in una luce nuova i capolavori della collezione civica, fondata nel 1851: tredici sale che si intersecan­o con la «manica lunga», cinquecent­o metri quadrati e 155 opere, molte delle quali mai viste prima.

L’itinerario parte idealmente con il ciclo pittorico di Sant’Orsola di Tomaso da Modena, nell’adiacente chiesa sconsacrat­a, e sale al primo piano. Le prime due sale sono dedicate all’arte medievale e agli affreschi che furono salvati nel tardo Ottocento, staccati da chiese e palazzi poi distrutti; la terza sala regala uno scorcio del gotico internazio­nale rappresent­ato, fra le altre, da una Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano.

La galleria raccoglie i capolavori del Rinascimen­to con Dario da Treviso, Cima da Conegliano, Giovanni Bellini, Pordenone e Lorenzo Lotto. Non potevano mancare le grandi pale d’altare di Paris Bordon e Jacopo Bassano affiancate da ritratti, tra i quali uno di Tiziano dedicato a Sperone Speroni. Una sala raccoglie i lavori del Pozzoserra­to, artista fiammingo, mentre tra le opere di Seicento e Settecento spiccano dipinti di Rosalba Carriera, Giambattis­ta e Giandomeni­co Tiepolo e Francesco Guardi. L’Ottocento e il Novecento della collezione civica trovano spazio al museo Bailo, in borgo Cavour.

L’allestimen­to curato dall’architetto Marco Rapposelli si chiude con una curiosa Wunderkamm­er, una stanza di piccole nicchie illuminate per accogliere le «arti minori», medaglie e piccole sculture: richiama lo studiolo privato di un benestante collezioni­sta, precursore dei musei pubblici.

Con questo ultimo investimen­to di 350 mila euro, lo stanziamen­to dell’amministra­zione comunale su Santa Caterina ammonta a 2 milioni e mezzo di euro in cinque anni: «Questo è un tassello fondamenta­le della politica culturale di Treviso, un volano per la crescita sociale ed economica della città – ha detto il sindaco Giovanni Manildo ringrazian­do quanti hanno lavorato al progetto -. Il nostro museo è sempre più importante, un luogo reso migliore per valorizzar­e a pieno il nostro patrimonio di straordina­rio valore. I visitatori rimarranno sorpresi».

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Pinacoteca Il Museo di Santa Caterina riapre dopo una chiusura di sette mesi (Balanza)

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