Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cereser: «Città ripartita da zero Voto? Mi do 8»
Le parole chiave sono «orgoglio» e «gratitudine», il voto che da a s stesso è 8 «perché il 10 lo raggiungeremo nei prossimi 5 anni». Poi i tagli pesanti dei trasferimenti statali e la capacità di recuperare milioni di euro da contributi europei. Il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser, è un fiume in piena nello snocciolare i risultati del proprio bilancio di fine mandato. Un mandato a trazione Pd e centrosinistra dopo 10 anni di governo cittadino di centrodestra, che lui, ricandidato, spera sia solo il primo. «Ci siamo trovati al timone di una nave ferma in un mare in tempesta – esordisce Cereser – per questo motivo posso dire di essere orgoglioso di averla rimessa in moto. Grazie alla Giunta, a un consiglio comunale e a tanta gente che mi ha sostenuto».
In 5 anni la mannaia dei trasferimenti statali ha tagliato 2 milioni a San Donà. Accanto a questo, Cereser spiega di aver dovuto far fronte all’importante indebitamento ereditato, quasi 29 milioni nel 2012, ridotto a 20,9 nel 2017 e a 19 milioni stimati a fine 2018. In che modo? Riducendo gli assessori (da 8 a 6), i dirigenti (da 6 a 5) e razionalizzando i servizi per contenere «gli sprechi», come 400 mila euro sull’illuminazione pubblica, 300 mila euro con attività svolte con proprie risorse, come lo sfalcio dell’erba passato da 490 a 290 mila euro. Il sindaco già in lizza nella prossima tornata elettorale puntualizza l’impegno nel recuperare fondi europei e fa i conti: quasi 8 milioni arrivati dall’UE per l’illuminazione pubblica, piattaforme digitali, rigenerazione del centro urbano e viabilità. «Alcuni di questi progetti realizzati - continua - saranno visibili dopo l’estate come l’avvio della Porta nord. Abbiamo fatto rivivere la città riaprendo le relazioni con i comuni, rinvigorito le imprese locali, riallacciato i rapporti con le categorie, con il volontariato e con le associazioni culturali».