Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Amicizie virtuali e universo alpino nei libri di Brevini
Di Franco Brevini, italianista all’Università di Bergamo e appassionato di alpinismo, escono quasi in sincronia due titoli apparentemente assai distanti l’uno dall’altro: “Così vicini, così lontani. Il sentimento dell’altro fra viaggi, social, tecnologie e migrazioni”, edizioni Baldini & Castoldi, pagine 444, euro 18 e «Simboli della montagna» edizioni Il Mulino, pagine 232, euro 16. Il primo affronta, nel variegato mondo tecnologico che ci accompagna e – forse – domina, la relazione con l’altro.
La ricerca continua di informazione ha preso il posto alla necessità di conoscenza, definita questa dal sedimento anche cronologico del processo di apprendimento, l’altra invece per definizione rapida, immediata. Va da sé che il mondo dell’informazione sia necessariamente afflitto da superficialità e approssimazione: ecco dunque che tanto più cerchiamo di sapere e avvicinarci all’altro– geograficamente, culturalmente, antropologicamente lontano – tanto più ci richiudiamo in un mondo piccolo e claustrofobico fatto di relazioni virtuali e paure reali. Diverso per tema ma, per così dire, simile per motivazioni e conclusioni, il testo sulla montagna (uno dei tanti scritti da Brevini) che analizzando sei oggetti-topoi riguardanti l’universo alpino: l’aquila, il Cervino, lo chalet svizzero, l’Edelweiss, Heidi e la picozza, giunge alla riflessione conclusiva secondo la quale l’aspetto del pittoresco, quindi di un approccio di superficie, è l’elemento tendenzialmente caratterizzante della relazione della società contemporanea con la montagna. Brevini, approfondendo l’immaginario comune della montagna, mette insieme letture colte e gli sguardi disincantati della pubblicità, icone classiche, pittura, marketing commerciale. Tutto fa alpino, insomma; ma dove è rimasto lo spirito un po’ folle e un po’ eroico che un tempo spingeva l’alpinista a cercare la solitudine delle vette? È qui che «Simboli della montagna» suona concorde con «Così vicini, così lontani»: oggi la ricerca di sé e di conseguenza dell’altro da sé è affidata a slogan e virtualità, non sono più di moda la fatica del cammino di conoscenza e il lento approcciare a una verità possibile.