Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Assindustria veneta, anche Belluno apre
Barbini rilancia sull’asse Padova-Treviso. Ma gli altri derubricano la maxi-territoriale
Lo schema di Confindustria che uscirà a giugno dalla fusione tra Padova, guidata da Finco (in foto con Piovesana) e Treviso registra l’apertura di Belluno.
Assindustria veneta, la prima apertura su nuove fusioni viene da Belluno. «Ora è prematuro: loro sono in corsa. Ne parleremo nel 2019». Se lo schema di governo della Confindustria che uscirà a giugno dalla fusione PadovaTreviso è già immaginato per aprirsi all’ingresso di altre territoriali, la prima apertura su questo è dal presidente di Confindustria Belluno, Luca Barbini.
Il tentativo di una fusione Treviso-Belluno, d’altra parte, era già stato tentato l’anno scorso, prima che a partisse il treno Padova-Treviso; ma la discussione si era arenata. Si tratterebbe di riannodare quei fili, a questo punto l’anno prossimo, con Assindustria Veneta. «Inutile far confusione adesso, per ora mi complimento con loro per il lavoro fatto - aggiunge Barbini -. Non credo che l’operazione sarà fine a se stessa: il sistema è in movimento. Anche in altri territori vicini, vedi il Friuli. Siamo aperti a condividere percorsi interessanti per le aziende bellunesi. Magari scegliendo quel che c’è di meglio». L’apertura di Belluno, magari giocando sulle competizioni possibili, è il segnale più concreto di riconoscimento di cosa viene avanti con la fusione Padova-Treviso. Perché il giorno dopo il via libera alla fusione PadovaTreviso presa lunedì, il sistema Confindustriale fatica a riconoscere il salto di qualità imposto dalla nascita della seconda territoriale dietro Milano, che si pone, con BolognaModena-Ferrara, nel ristretto lotto delle nuove maxi-territoriali in Confindustria.
E che, nello specifico regionale, si pone al centro del Veneto, ambendo a un ruolo regionale e sovraregionale. Assindustria Veneta riempirà l’attuale vuoto sullo scacchiere regionale? E Confindustria Veneto? E come reagiranno le altre territoriali, a partire dalle due maggiori, Vicenza e Verona, divise da Padova e Treviso dal solco lasciato dall’elezione di Vincenzo Boccia? È immaginabile un loro avvicinamento in un polo a ovest, con una reazione, comunque positiva in chiave di aggregazioni, a Padova-Treviso?
«Confindustria Veneto è assolutamente a favore di aggregazioni tra le territoriali del sistema. Integrazioni auspicate anche dalla riforma Pesenti», si limita a dire, con una nota, il presidente regionale di Confindustria, Matteo Zoppas. «Noi vediamo con favore le aggregazioni. Anche perché, con Rovigo, siamo stati i primi ad avviarle», aggiunge da Confindustria Venezia il suo successore Vincenzo Marinese, rivendicando una primogenitura che derubrica l’operazione Padova-Treviso. E Confindustria Veneto? «Non è che due territoriali, perché si uniscono, possono ritenere che il livello regionale, che ha compiti propri, non serva più», aggiunge Marinese. Pur se il problema, oltre i nodi specifici, da Fondazione Nordest al Campiello, è forse una visione strategica che Confindustria Veneto pare aver smarrito, senza che sia cresciuto il ruolo delle territoriali. Mentre alcuni progetti strategici, come i servizi su scala regionale, non partono.
«Sì non ci sono sviluppi qui - ammette il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, che per questo era uscito un anno dai servizi in comune con Padova e Treviso, ma che non si dice pentito -. Ma Zoppas lavora molto bene su altri fronti, vedi il rilancio del Campiello e l’innalzamento del livello di Fondazione Nordest con la soluzione Bono-Carraro». Vescovi tiene una linea conciliante sul fronte della formazione, dove si cerca una soluzione per l’ingresso di Treviso in Niuko, la società di Padova-Vicenza: «Ci sono regole chiarissime e abbiamo confermato la disponibilità a valutare l’ingresso. Non mi pare che ci siano problemi particolari».
Barbini Aperti a condividere percorsi interessanti
Marinese Confindustria Veneto non è in discussione