Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il premier: primo passo. Il plauso delle categorie

Il premier va da Bonaccini e il Pd rimarca «l’addio alla Padania»

- di Martina Zambon

«Più autonomia per VENEZIA tutti». A dover riassumere il D-Day dell’autonomia di ieri segnato dalla firma della pre intesa fra governo, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, basterebbe questo slogan. Nella ridda di reazioni alla firma di Palazzo Chigi, infatti, non se ne trova una di segno contrario. Dall’Anci alle associazio­ni di categoria passando per l’intero arco costituzio­nale (evidenteme­nte carburato dagli ultimi scampoli di campagna elettorale) è un «sì» corale e senza tentenname­nti (o quasi).

Di più, l’apertura quasi evangelica (M5S incluso) è all’allargamen­to di strumenti autonomist­i per tutte le regioni italiane. Che lo predichi da giorni Renato Brunetta (FI) si spiega forse con l’appeal quasi modaiolo del tema autonomia, che Matteo Salvini dica: «Giornata storica: è solo il primo passo per la trasformaz­ione dell’Italia in un Paese moderno, efficiente e federale. Al governo sosterrò le autonomie convocando i tavoli delle regioni da Nord a Sud che lo vorranno per arrivare alle singole intese nel più breve tempo possibile» sancisce una sorta di ecumenismo federalist­a.

Intanto, ieri, il premier Paolo Gentiloni, era atteso in Regione Emilia Romagna per parlare di fondi Cipe ma anche di autonomia: «Grande soddisfazi­one per un passo preliminar­e ma importante per un percorso che dovrà trovare nella prossima legislatur­a il suo completame­nto». Il premier ha aggiunto: «non sono in gioco egoismi ma servizi di migliore qualità per tutti i nostri cittadini: il Governo ne è convinto come è convinto che l’Italia unita abbia bisogno di autonomie più forti e efficaci». Tanto per chiudere il cerchio, il Pd nazionale si affida al suo vicesegret­ario Maurizio Martina che ricorda come l’impegno del governo sul tavolo dell’autonomia sia stato «serio e determinan­te» e come l’Emilia rossa sia stata più virtuosa avendo risparmiat­o i soldi per il referendum. Su scala regionale, Alessandro Bisato segretario dem commenta «questa firma sancisce il definitivo tramonto del programma secessioni­sta della Padania». Gli fa eco il capogruppo Pd in Regione, Stefano Fracasso che nella pre intesa ravvisa «il riconoscim­ento dei valori unitari del nostro Paese». E dal Pd è una valanga. Laura Puppato, sottolinea il fair play di Zaia nel riconoscer­e il giusto merito al governo. Più pungente l’ex dem ora (ora Civica Popolare) Simonetta Rubinato: «Ad oggi il Veneto ha perso Sappada e il controllo di Veneto Strade». Sceglie lo slogan «Facciamo squadra per l’autonomia» Antonio De Poli

(Noi con l’Italia Udc). Profonda soddisfazi­one della Lega veneta che parla per bocca di Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale: «L’autonomia si conquista giorno dopo giorno. Ed è un bel modo per celebrare il Capodanno veneto». E l’assessore regionale Elena Donazzan chiosa: «La firma di oggi non può che essere un primo risultato per la piena autonomia del Veneto».

Secondo il segretario della Cgil Christian Ferrari «si è sgombrato il campo dai rischi della regionaliz­zazione dei rapporti di lavoro delle richieste iniziali con un risultato equilibrat­o». Maria Rosa Pavanello, presidente dell’Anci, rivendica fin da subito più poteri e più risorse per i Comuni veneti. Via libera anche dalle Camere di commercio venete che ricordano come il 40,5% del Pil e il 54,5% dell’export italiano arrivino proprio dalle tre regioni «autonomist­e». Per Matteo Zoppas, presidente di Confindust­ria Veneto «è un ottimo inizio, presuppost­o per la crescita del territorio». Massimo Zanon di Confcommer­cio parla di «passo storico verso una più equa distribuzi­one delle risorse» così come Marco Michielli di Confturism­o.

Salvini

Si tratta del primo passo per trasformar­e l’Italia in un paese moderno e federale

Zoppas Questo è un ottimo inizio ma anche il presuppost­o per la crescita del territorio

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