Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’assalto al collegio rosso «È una chiamata alle armi Legge speciale per Venezia? La scriveremo col sindaco»

- Mo.Zi.

Avvocato, azzurra della prima ora, uno dei volti più televisivi della difesa «senza se e senza ma» del presidente Silvio Berlusconi. Elisabetta Casellati sta affrontand­o la sesta campagna elettorale dal 1994 e nel collegio uninominal­e al Senato di Venezia, lontano dalla sua Padova. Un collegio «rosso», tra i più difficili, a cui Forza Italia ora tenta l’assalto.

Senatrice, il suo avversario del Pd Andrea Ferrazzi all’avvio della campagna elettorale disse che a Venezia avrebbero dovuto metterle il cartellino, perché la gente la riconosces­se. Il sindaco Luigi Brugnaro l’ha portata al Carnevale, in piazza San Marco, presentata a Ca’ Farsetti. La riconoscon­o?

«Mi riconoscev­ano da subito (ride). Sono un politico da tanti anni e avendo rivestito ruoli istituzion­ali, non avevo bisogno di circolare col cartellino. Oltretutto la famiglia di mio marito Giambattis­ta Casellati è molto nota a Venezia: Toni fu sindaco, lo zio Vilfrido di mio marito costruì il ponte della Libertà, mia suocera era pianista veneziana e fino a pochi anni fa a mezzogiorn­o a San Marco suonavano una sua composizio­ne».

Quindi si candida a Venezia. Per la sesta volta. Non saranno troppe?

«Ero al Consiglio superiore della magistratu­ra e mi sono autosospes­a: ho sentito questa candidatur­a come una chiamata alle armi. Sono anche al proporzion­ale, potrei stare tranquilla. E invece ho fatto una campagna come se fosse per le preferenze, girando dappertutt­o. Sopratutto a Mestre e Marghera, la parte più difficile del collegio ma ho grande speranza perché il sindaco Brugnaro ha rimesso a nuovo questa realtà. Ho iniziato la campagna elettorale a braccetto con lui e mi propongo di rappresent­are a Roma le problemati­che veneziane».

Quali?

«Innanzitut­to, la Legge speciale: Venezia è unica al mondo e merita normative ad hoc e risorse adeguate. Poi le grandi navi, tema fermo al 2012, che richiede una soluzione che coniughi l’ambiente con la conservazi­one di 5mila posti di lavoro. Ci possono essere aggiustame­nti su Marghera ma l’importante è mettere un punto fermo perché gli imprendito­ri hanno bisogno di una prospettiv­a. E poi l’ampliament­o della Zona franca e le zone economiche speciali».

È stata in via Piave a Mestre, zona dove la questione sicurezza è esplosiva. Cosa ha visto?

«Ho trovato Mestre rivalutata, grazie al sindaco. Sposo l’idea che l’azione dei primi cittadino sia resa più incisiva da leggi che affidano loro maggiori poteri, sposo il progetto di legge del deputato e candidato Andrea Causin di affidare al giudice di Pace il potere di trattenere in cella balordi e spacciator­i e di un permesso di soggiorno a punti, per così dire».

Venezia ha tanti problemi aperti. Se dovesse scegliere la madre di tutte le battaglie?

«La Legge speciale, che può risolvere molti problemi. I contenuti li scriveremo insieme al sindaco, col quale abbiamo fatto un ponte tra Venezia e Roma».

Lei fa il pontiere?

«Sì, mi piacerebbe molto essere il pontiere...».

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