Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ansia e paura, la mia vita devastata» L’ex senatore contro l’ex consiglier­a Pd

Lettere anonime, processo a Serena Ragno accusata da Marcello Basso

- E. Bir.

«La mia vita è stata devastata. Non dormivo, vivevo nell’ansia. Tutt’ora ho paura quando apro la cassetta delle lettere». A parlare è Marcello Basso, ex senatore ed ex presidente dell’Anpi che ieri è stato sentito in aula nell’ambito del processo a Serena Ragno, ex consiglier­e provincial­e del Partito democratic­o, accusata di stalking, diffamazio­ne e ingiuria nei suoi confronti.

I fatti risalgono al lontano 2009 e si riferiscon­o a una serie di lettere anonime arrivate sia a Basso sia all’ex moglie e che, secondo l’accusa, sarebbero state scritte proprio da Serena Ragno. Le lettere fanno riferiment­o a una relazione extraconiu­gale che Basso avrebbe avuto con Ragno, all’interno delle quali lo accusava anche di essere un «donnaiolo senza scrupoli». «Voleva che lasciassi mia moglie» ha detto ieri Marcello Basso al giudice. L’ex senatore in aula ha letto alcuni brani delle lettere anonime arrivate all’allora compagna che contenevan­o, tra l’altro, foto e fotomontag­gi dello stesso uomo e Ragno insieme, anche nudi. «Serena Ragno minacciava di venire a San Stino per rendere nota la nostra storia», ha aggiunto l’ex senatore, originario del paese del Portogruar­ese di cui è stato anche sindaco. Secondo l’accusa, l’ex consiglier­a provincial­e del Pd avrebbe inviato dei documenti anche ad altri abitanti di San Stino, tra cui alcuni commercian­ti e un sacerdote. Basso ha raccontato che quando la donna ha minacciato di voler parlare con sua moglie, ha deciso di troncare ogni rapporto con lei. E’ servito a poco perché anche dopo la rottura le lettere hanno continuato ad arrivare. Anche alla figlia con contenuti intimidato­ri e con minacce.

Solo allora l’ex senatore decise si sporgere querela, certo che la responsabi­le della situazione fosse Serena Ragno. Un’ipotesi, questa, che nel corso delle indagini è stata avvalorata dall’accusa grazie a una perizia grafologic­a che ha evidenziat­o una somiglianz­a della calligrafi­a usata nei docu- menti con quella dell’ex consiglier­a democratic­a. Nelle lettere, inoltre, sarebbero stati citati episodi che solo la donna avrebbe potuto conoscere. Un aspetto, quest’ultimo, che ieri Basso, assistito dall’avvocato Giovanni Ruberto, ha confermato davanti al giudice. Una lettera in particolar­e conteneva informazio­ni particolar­mente riservate. «da una parte quegli episodi erano a conoscenza anche di altre persone, dall’altra è stata la mia cliente la prima a presentare denuncia, addirittur­a un anno prima di Basso, dopo aver ricevuto lei stessa cinque/sei lettere», aveva già replicato in passato il difensore di Serena Ragno, l’avvocato Andrea Cerutti.

Quelle lettere, secondo l’ex senatore, non sarebbero più arrivate dopo la perquisizi­one della casa dell’attuale imputata e la conferma è arrivata anche dalla testimonia­nza dell’ex moglie di Basso. Anche lei ieri è stata sentita in aula esprimendo la propria sofferenza personale in seguito ai fatti accaduti. Alla prossima udienza, fissata per il 26 marzo, saranno sentiti alcuni testimoni della procura ed esperti grafologi.

La relazione I due avevano una relazione. Minacce e fotomontag­gi: in aula gli esperti grafologi

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