Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Calendario difficile, ma il derby col Citta in scena al «Penzo»
Il simbolo della rinascita in laguna è uno dei giocatori meno reclamizzati, uno di quelli che a un certo punto a gennaio avrebbe persino dovuto togliere il disturbo. Per farsi le ossa, per andare a giocare, per non ammuffire in panchina. Poi è successo che Simone Bentivoglio, per la seconda volta nel corso della stagione, si è fatto espellere per fallo di reazione a Salerno e lui, Leo Stulac, lo sloveno che parla a monosillabi e che preferisce strabiliare sul campo, ha fatto una cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Ha preso le chiavi del centrocampo, ha messo la quarta e poi pure la quinta e ha fatto cambiare marcia al Venezia. Che, da quando c’è lui a dirigere il traffico, non ha più sbagliato un colpo.
Tanta roba, come direbbero in molti e guardando il calendario c’è da scommettere che il Venezia proverà ad andare sino in fondo. E così, se Luigi De Canio, allenatore della Ternana appena battuta nel freezer del «Penzo», «accusa» Filippo Inzaghi di nascondersi dichiarando di pensare alla salvezza quando il vero obiettivo è quello di un triplo salto — dalla Serie C alla A — che avrebbe dell’incredibile, il diretto interessato sorridendo continua a parlare di mantenimento della categoria quasi raggiunto.
Poi, però, guarda il calendario e non può avere paura della trasferta di Carpi o dell’Ascoli da affrontare al «Penzo» e, perché no, neppure della capolista Empoli, già battuta all’andata con un gol di un attaccante che non c’è più, che ha salutato, ha fatto le valigie e si è trasferito a Palermo: Stefano Moreo. Adesso i gol li segnano altri, come quel Gianluca Litteri arrivato a gennaio fra mille dubbi e che si è calato nella nuova realtà come se fosse a Venezia da anni e non da poche settimane. Come i cugini del Cittadella, anche il Venezia osserva e scruta l’orizzonte, scopre che lo aspetta un derby fra meno di un mese, scopre che al «Penzo» arriveranno pure Palermo e Pescara, che si dovrà andare pure a Frosinone, oltre che a Empoli.
Insomma, un calendario più difficile, ma il campionato ha detto finora che il Venezia non teme nessuno. E che gioca ad armi pari contro qualsiasi avversario. Di imbarcate vere non ne ha subite, ha perso sempre con onore quando lo ha fatto, ha visto addensarsi nuvole nere per un paio di mesi quando la vittoria non arrivava più, ma poi si è rialzato e adesso corre.
Corre e non si ferma più, come Stulac il timido, ma che in campo sembra un signore del calcio. Dicono che a giugno andrà al Genoa e probabilmente un fondo di verità c’è. Ma intanto si gode il momento. «Per ora penso solo al Venezia — chiosa Stulac — Stiamo facendo una gran rincorsa, ma ci manca la vittoria fuori casa da un po’. Magari chissà, potrebbe arrivare a Carpi domenica. Io ci spero tanto».
Anche perché è difficile trovare un allenatore che premia la meritocrazia più di Inzaghi: «Con me chi fa il fenomeno non gioca». Una frecciata probabilmente a Zampano, sino a dicembre titolare inamovibile e di cui si sono perse le tracce. Nessuno ha il posto assicurato. E Stulac, Geijo, Bruscagin e Firenze sono lì a dimostrarlo. Se poi a maggio il Venezia sarà ancora fra le prime otto per i playoff, allora ci sarà da divertirsi. Sempre che le prime due posizioni, quella della promozione diretta, siano inscalfibili.