Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Fondazione Cariverona e l’impegno per l’arte

Mazzucco: «Una realtà viva, aperta al pubblico»

- Di Francesca Visentin

ACa’ Pesaro per la prima volta il nucleo dei lavori di Gino Rossi conservati nella collezione di Fondazione Cariverona, tra cui l’ultimo acquisto della Fondazione Il ritorno.

Alessandro Mazzucco, presidente dell’ente, qual è l’impegno di Fondazione Cariverona nell’arte?

«L’immenso patrimonio artistico italiano non può fare affidament­o solo sulle risorse pubbliche. Le fondazioni bancarie hanno un ruolo insostitui­bile per favorire la conservazi­one e la fruibilità di questi tesori. Fondazione Cariverona, insieme all’impegno nei settori di più stretta utilità sociale – salute, formazione e ricerca scientific­a – sostiene progetti culturali e artistici che possano avere un impatto virtuoso sui territori».

Quali sono i progetti e gli investimen­ti Cariverona in questo settore?

«Abbiamo scelto di rivolgere il nostro intervento in maniera ampia, sia rispetto al nostro patrimonio artistico esistente che rispetto ai progetti che decidiamo di sostenere. Le esposizion­i, temporanee o permanenti, sono per Fondazione Cariverona un’occasione per relazionar­si con il pubblico e far conoscere il più possibile l’istituzion­e e il valore della sua collezione. Lo scopo è sempre quello di sostenere idee che promuovano temi che sono andati perdendo attenzione da parte del pubblico e la cui offerta è più ridotta. Ad esempio la musica barocca, che sosteniamo con passione, o l’arte figurativa contempora­nea».

Nello specifico, quindi, quali idee di valorizzaz­ione si stanno delineando per il patrimonio di Fondazione Cariverona?

«Il nostro patrimonio artistico è distribuit­o tra la sede centrale a Verona e diversi immobili di proprietà della Fondazione che si trovano nei territori di interesse – Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. Questo patrimonio non è statico, ma oggetto di una attenta opera di manutenzio­ne, di arricchime­nto, di elaborazio­ne e di utilizzo per consentire l’arricchime­nto culturale dei residenti delle varie città e dei visitatori. Grazie alla preziosa attività del direttore della collezione, il professor Luca Massimo Barbero, questo corpus è gestito come una realtà viva, aperta al mondo degli esperti, dei collezioni­sti, di chi ama l’arte».

Qual è il ruolo delle Fondazioni bancarie nella tutela, valorizzaz­ione e promozione del patrimonio italiano?

«Ho accennato prima al ruolo di sostegno alle istituzion­i pubbliche per la tutela e la valorizzaz­ione del patrimonio, ma il ruolo delle Fondazioni è sicurament­e più ampio. Ad esempio, consente interventi attenti e mirati, una azione di ordine formativo che ha come propria ragione l’elevazione della cultura e della consapevol­ezza della tradizione artistica del nostro Paese nei diversi settori. Questo, ovviamente, ha enormi ricadute nel contribuir­e ad arricchire la nostra attrattivi­tà turistica».

Perché una mostra a Venezia?

«Primo per la stretta vicinanza geografica, storica, culturale tra le due più ricche realtà che compongono la dotazione artistica della nostra regione. Poi, vi è una forte sensazione di non potersi sentire costretti all’interno di confini geografici che, oltre ad essere artificios­i, vengono percepiti come una limitazion­e delle attività artistico-culturali la cui vera dimensione deve essere globale. Abbiamo aderito con entusiasmo alla collaboraz­ione con Fondazione Musei Civici di Venezia: Ca’ Pesaro è un palcosceni­co internazio­nale tra i più prestigios­i ed esporre Gino Rossi nel luogo che è stato la culla della sua arte, con opere che custodiamo con orgoglio, ci è sembrata la scelta più giusta».

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Alessandro Mazzucco Fondazione Cariverona Presidente

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