Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Foto, interviste, mostre Venezia studia il ‘68: Iveser a caccia di ricordi
L’appello lanciato ai cittadini. Un comitato al lavoro
atenei, uno dei poli industriali più importanti d’Europa e la Biennale d’arte più famosa al mondo. Qualcosa di unico».
D’altra parte, ricorda, «qui il Sessantotto è iniziato l’anno prima con l’occupazione dello Iuav». Insomma, saranno celebrazioni speciali, «non un’operazione di nostalgia, né di retorica, ma l’occasione per capire cinquant’anni dopo che città abbiamo», cosa è rimasto di aperto e di insoluto.
«Raccontiamo il Sessantotto», allora: così si chiama il progetto, che ha riunito un primo comitato scientifico coordinato da Borghi assieme a Giulia Albanese e che vede all’opera un folto gruppo di ricercatori e osservatori, da Roberto Ellero a Manuela Pellarin, Chiara Puppini e Maria Teresa Sega, solo per citarne alcuni.
L’idea, che già vede la piena collaborazione con Ca’ Foscari (impegnata a rileggere la propria storia per i suoi 150 anni) è di coinvolgere tutte le istituzioni della città, per arrivare a fine anno a inaugurare una mostra «possibilmente in terraferma - sottolinea Borghi come una vera e propria ricerca sul campo, con tante voci, anche diverse e contrastanti». Pagine di storia, pezzi di memora, non solo pubblica, meglio se privata: quello che proveranno a tirarne fuori sarà un ritratto corale di un anno che è stato uno spartiacque per tutti. Sul piatto anche un’altra idea: far reincontrare una classe intera di chi allora era studente e oggi «chissà che strade ha preso ognuno di loro e quanto quell’esperienza tra occupazioni e manifestazioni ne ha segnato la vita».
Oltre a raccogliere materiale (via email info@iveser.it o in sede alla Giudecca, in Villa Heriot, Calle Michelangelo 54/P), i ricercatori hanno cominciato una serie di videointerviste «a chi ha vissuto le rivolte sessantottine, leader studenteschi e operai, sindacalisti e docenti, ma anche giornalisti, magistrati, poliziotti. Persone insomma che si trovavano sui due fronti della barricata o che osservavano e raccontavano dall’esterno», continua il direttore dell’Iveser. Al momento ne hanno pronti una quindicina, con le voci, tra le altre, di Francesco Dal Co, Marco Boato, Nico Luciani, Leda Cossu, Antonella Barina. L’obiettivo è di realizzarne una quarantina e ognuno sarà disponibile in rete, per poi essere montati in un unico docu-film entro l’estate. Poi a pieno ritmo a preparare la mostra. Nel frattempo è quasi arrivato a conclusione il primo corso di aggiornamento «Insegnare il‘68», organizzato da Iveser per docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, riconosciuto dal Miur.