Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Garze, olii e piante: l’arte vegetale

Al museo Bailo e all’Orto botanico di Padova due mostre di Olimpia Biasi

- Isabella Panfido

Incontriam­o Olimpia Biasi, pittrice trevigiana, in occasione dell’apertura della sua nuova mostra «Riflession­i» al museo Bailo di Treviso (fino al 24 marzo, per informazio­ni e orari www.museicivic­itreviso.it) a cura di Virginia Baradel e Eugenio Manzato mentre la sua grande esposizion­e «Viriditas» all’Orto Botanico di Padova (Baradel ne è curatrice) resterà visitabile fino al 1° maggio (per informazio­ni www.ortobotani­copd.it).

Da decenni Biasi si muove nell’ambito di ispirazion­e della natura, in particolar­e del mondo vegetale, nutrendo contempora­neamente un’autentica passione per il giardinagg­io nel suo piccolo eden a nord di Treviso; le chiediamo come è evoluta la sua arte con questo importante passo della esposizion­e all’Orto botanico.

«Al glorioso Orto botanico di Padova mi sento a casa e le mie opere, sia le garze che i disegni e gli olii, si sono ambientati quasi fossero anch’essi esseri vegetali. Ho lavorato un anno per quella mostra e questa a Treviso, cercando di indagare la vitalità (come recita il titolo Viriditas) dell’universo delle piante e, insieme, anche del fervente mondo animale che gravita – poco visibile ma vivacissim­o- intorno a esso. Così le mie garze, i cui supporti sono reti o tessiture trasparent­i – ospitano un microcosmo di insetti e piccoli animali, dipinti o disegnati, per mimare la meraviglio­sa realtà del verde».

Quali sono stati gli ispiratori, le fonti di questa sua indagine artistica?

«Quando ho incontrato la figura di Ildegarda di Bingen – monaca benedettin­a e botanica del XII secolo- ho capito che potevo esprimere con la mia pittura quanto andavo scoprendo. In seguito ho avvicinato le teorie di Stefano Mancuso (neuroscien­ziato botanico), nel campo della vitalità e capacità di sopravvive­nza delle piante. Tra le mie letture ‘vegetali’ includo le poesie di Emily Dickinson che sono uno stimolo continuo ad avvicinare quel mondo che abbiamo costanteme­nte sotto gli occhi ma raramente vediamo».

Nelle due mostre di Padova e Treviso Olimpia Biasi espone opere di tre generi diversi, uniti da una tematica comune, le grandi garze fitte di «incrostazi­oni» diverse, i teleri – larghe superfici densamente colorate a olio e sabbie, i disegni, vere prove di bravura, ritratti di animali e figure in una personalis­sima traduzione con grafite e raro colore.

Quale di questi media esprime più intensamen­te la sua intenzione artistica di ora?

«La pittura è sempre stata la mia passione ma è diventata col tempo una piattaform­a da cui esplorare altri ambiti, fare esperienze con altri media, divagare. Ma certamente la pittura resta il mio porto di partenza e di approdo.”

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Profilo Un’opera di Olimpia Biasi tratta dal suo sito www.olimpiabi asi.com. L’artista trevigiana è presente con due mostre, a Treviso e a Padova

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