Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Garze, olii e piante: l’arte vegetale
Al museo Bailo e all’Orto botanico di Padova due mostre di Olimpia Biasi
Incontriamo Olimpia Biasi, pittrice trevigiana, in occasione dell’apertura della sua nuova mostra «Riflessioni» al museo Bailo di Treviso (fino al 24 marzo, per informazioni e orari www.museicivicitreviso.it) a cura di Virginia Baradel e Eugenio Manzato mentre la sua grande esposizione «Viriditas» all’Orto Botanico di Padova (Baradel ne è curatrice) resterà visitabile fino al 1° maggio (per informazioni www.ortobotanicopd.it).
Da decenni Biasi si muove nell’ambito di ispirazione della natura, in particolare del mondo vegetale, nutrendo contemporaneamente un’autentica passione per il giardinaggio nel suo piccolo eden a nord di Treviso; le chiediamo come è evoluta la sua arte con questo importante passo della esposizione all’Orto botanico.
«Al glorioso Orto botanico di Padova mi sento a casa e le mie opere, sia le garze che i disegni e gli olii, si sono ambientati quasi fossero anch’essi esseri vegetali. Ho lavorato un anno per quella mostra e questa a Treviso, cercando di indagare la vitalità (come recita il titolo Viriditas) dell’universo delle piante e, insieme, anche del fervente mondo animale che gravita – poco visibile ma vivacissimo- intorno a esso. Così le mie garze, i cui supporti sono reti o tessiture trasparenti – ospitano un microcosmo di insetti e piccoli animali, dipinti o disegnati, per mimare la meravigliosa realtà del verde».
Quali sono stati gli ispiratori, le fonti di questa sua indagine artistica?
«Quando ho incontrato la figura di Ildegarda di Bingen – monaca benedettina e botanica del XII secolo- ho capito che potevo esprimere con la mia pittura quanto andavo scoprendo. In seguito ho avvicinato le teorie di Stefano Mancuso (neuroscienziato botanico), nel campo della vitalità e capacità di sopravvivenza delle piante. Tra le mie letture ‘vegetali’ includo le poesie di Emily Dickinson che sono uno stimolo continuo ad avvicinare quel mondo che abbiamo costantemente sotto gli occhi ma raramente vediamo».
Nelle due mostre di Padova e Treviso Olimpia Biasi espone opere di tre generi diversi, uniti da una tematica comune, le grandi garze fitte di «incrostazioni» diverse, i teleri – larghe superfici densamente colorate a olio e sabbie, i disegni, vere prove di bravura, ritratti di animali e figure in una personalissima traduzione con grafite e raro colore.
Quale di questi media esprime più intensamente la sua intenzione artistica di ora?
«La pittura è sempre stata la mia passione ma è diventata col tempo una piattaforma da cui esplorare altri ambiti, fare esperienze con altri media, divagare. Ma certamente la pittura resta il mio porto di partenza e di approdo.”