Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Venezia civica e trasversale Noi un esempio»
L’effetto Lega (che quintuplica i voti) sulla giunta e l’appello del sindaco per il futuro
VENEZIA Precursore: «Già nel 2015 abbiamo saputo cogliere ed interpretare con il nostro progetto fucsia quella voglia di cambiamento che ora si è rafforzata in tutto il Paese». E ancora: «La bontà del nostro progetto di governare ha trovato conferma nel voto espresso domenica». Nella nottata delle elezioni Luigi Brugnaro aveva espresso la sua soddisfazioni per i risultati delle urne («Cinema, sport, elezioni, ho fatto cappotto», il suo twitter), il giorno dopo guarda al futuro e lancia un appello per fermare l’avanzata del voto di protesta. «La nostra orgine trasversale — dice il sindaco — rafforza il ruolo politico della nostra lista a Venezia e probabilmente segnala la possibilità di ampliare quello “spazio civico di scopo” che può essere, ancor più di ieri, collante tra vari orientamenti, per realizzare progetti di buona amministrazione in sede locale che possono essere da esempio, forse, anche a livello nazionale».
Il messaggio del sindaco è: basta vecchi schemi, si governa sulle cose concrete (aprendo anche a chi non fa parte della maggioranza), del resto più volte Brugnaro ha sottolineato
L’apertura Abbiamo intercettato la voglia di rinnovamento al di fuori degli schemi. Ampliamo lo “spazio civico di scopo” per realizzare progetti
che bisogna essere valutati sulle cose fatte (l’ultima qualche settimana fa durante il consiglio comunale sui Pili). «La nostra capacità è stata quella di trasformare quel “rancore” in azioni concrete e positive per far ripartire la città, intercettando quella voglia di rinnovamento al di fuori degli schemi tradizionali». I numeri delle elezioni confermerebbero quanto il sindaco: alle Politiche del 2013 il Movimento Cinque stelle ha ottenuto 43.259 voti (pari al 27,65 per cento) e due anni dopo alle Comunali si è fermato a poco più di quindicimila con il 12,8 per cento (il 27,6 dell’altro giorno è in linea con il risultato di cinque anni fa). Sono però cambiati i rapporti di forza con il crollo del Partito democratico e il grande risultato della Lega che ha quintuplicato i voti della precedente consultazione nazionale. «Andando a confrontare i risultati è evidente che il Carroccio è andato a prendere i voti del Pd ma anche quelli Forza Italia oggi ferma all’8,7 per cento contro il 15 che aveva raggiunto il Pdl — dice l’assessore civico Renato Boraso — Una riflessione devono farla anche gli azzurri privi di nuova leadership e ricambio generazionale. E’ vero che il centrodestra è cresciuto ma si è sbilanciato sul partito di Salvini: Brunetta ad esempio è stato eletto con i voti della Lega». Anche qui sono i numeri a parlare: nel 2013 la coalizione guidata da Silvio Berlusconi nel comune di Venezia ottenne poco più del 22 per cento, oggi supera il 36. «I partiti politici che hanno fiducia nelle nostre idee e sono con noi in maggioranza hanno aumentato di oltre il 50 per cento i consensi in città diventando la prima coalizione — sottolinea Brugnaro — Con questi risultati politici, con questi candidati eletti, la nostra città sia nella sua veste “metropolitana” che in quella “speciale” conferma la centralità nell’agenda nazionale, e ne diventa protagonista attiva e di governo».
Il problema adesso semmai è del sindaco: una Lega così forte rischia di andare a compromettere gli equilibri della maggioranza. «Ma io non ho bisogno del 23 per cento per battere i pugni sul tavolo — spiega il segretario provinciale, neo deputato del Carroccio, Sergio Vallotto — li ho sempre battuti quando ritenevo giusto farlo. Rispetto a prima non cambia niente, almeno nel breve periodo». All’orizzonte c’è l’assessore al Commercio che la Lega non ha più (interim a Brugnaro) dopo l’uscita di scena di Francesca Da Villa per non aver votato contro al ricorso sul referendum separatista («Siamo stati noi a non volerlo, quando riterremo lo chiedere-
M5S Cinque stelle in comune fanno il bis del 2013
mo»). «E’ giusto che si faccia, poi i veneziani sceglieranno quello che vorranno. Noi non cambiamo idea, questa è la linea della Lega». Brugnaro è avvertito, ma anche il Carroccio: «Nel Comune non si muove foglia che il sindaco non voglia», sorride l’assessore Boraso.