Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ore 7, via allo sgombero dell’ex Vida

Venezia, blitz nello spazio occupato a San Giacomo: «Pugno di ferro sbagliato»

- Costa

VENEZIA Decine di carabinier­i, poliziotti e militari della finanza, tutti in tenuta antisommos­sa: un piccolo esercito per sgomberare gli occupanti dell’Antico Teatro Anatomico di campo San Giacomo dell’Orio. Il blitz è scattato ieri, dopo le 7, quando all’interno si trovavano una trentina di attivisti. Le forze dell’ordine hanno chiesto a tutti di andarsene. Gli occupanti - fedeli alla nonviolenz­a - hanno lasciato il passo alle divise.

VENEZIA Erano a decine, tra carabinier­i, poliziotti e finanzieri, tutti in tenuta anti-sommossa. Un piccolo esercito per sgomberare gli occupanti dell’Antico Teatro Anatomico di campo San Giacomo dell’Orio, la cosiddetta «ex Vida». Sono arrivati poco dopo le 7, inviati dal giudice su richiesta della procura, quando all’interno si trovavano una trentina di attivisti e hanno chiesto a tutti di andarsene. «Abito a pochi passi, quando sono uscito di casa mi sono trovato davanti i poliziotti in completo da battaglia», racconta Mario Santi, uno dei portavoce dell’occupazion­e. L’assedio però non è mai cominciato: fedeli alla non violenza, i ragazzi hanno ceduto il passo e non ci sono stati scontri. L’amarezza, quella sì, ha però piegato le spalle quasi quanto una manganella­ta: «Qui si è riscoperta una comunità che va oltre le singole associazio­ni - commentano gli attivisti - veneziani di ogni sestiere si sono riuniti qui, a metà marzo erano anche previsti due giorni di studio sul recupero dei beni collettivi con ospiti internazio­nali».

Costruito nel 1667, il palazzo ha ospitato la prima scuola di ostetricia in Italia; nel secolo scorso si trasformò in osteria – la Vida, appunto - poi nella sede dell’Arci Gay veneziano, prima di essere chiuso. Negli anni diverse associazio­ni cittadine avevano avanzato proposte per il riutilizzo delle sale, senza successo. A fine settembre – dopo che l’imprendito­re Alberto Bastianell­o si è aggiudicat­o l’asta della Regione con un’offerta di 911 mila euro e dopo la decisione del Comune di non esercitare il diritto di prelazione – associazio­ni e residenti hanno occupato l’immobile, trasforman­dolo in ludoteca, cineforum, spazio di aggregazio­ne. Ieri sono state necessarie diverse ore per portare fuori i tavolini, le sedie e i divanetti, i quaderni e i giocattoli, le piante e i pennarelli che avevano permesso di organizzar­e incontri, attività per bambini, corsi gratuiti e gruppi di lavoro; ammassati sotto un gazebo pieghevole e un telo cerato, suppellett­ili e materiali sono rimasti in bella vista per tutta la giornata; nella notte, i più coraggiosi sono rimasti lì, a dormire sotto le stelle.

Le forze dell’ordine hanno eseguito l'ordine di sequestro preventivo del giudice di pace, su richiesta del procurator­e aggiunto Adelchi d’Ippolito. Alcuni attivisti sono indagati per invasione di edifici. Immediate le reazioni della politica locale. Monica Sambo (Pd) ha chiesto l’intervento del governator­e regionale: «Chiediamo a Zaia un segnale in difesa di chi vive la città. Non si sgombera un’idea, con un’idea ci si confronta». L’avvocatura di Palazzo Balbi ieri ha spiegato come ora finalmente si potrà adempiere agli obblighi contrattua­li, consegnand­o lo stabile al nuovo proprietar­io. Bastianell­o nelle ultime settimane non aveva nascosto l’insofferen­za arrivando a chiedere la risoluzion­e del contratto. «C’erano importanti questioni economiche, non potevamo non fare nulla», ha spiegato il procurator­e capo Bruno Cherchi.

Anche ora, comunque, difficile che il palazzo possa trasformar­si in un ristorante, come era nelle intenzioni dell’imprendito­re: la destinazio­ne d’uso è archivisti­comuseale, e per il cambio serve il voto del consiglio comunale. «Dovranno passare sul mio cadavere», assicura Maurizio Crovato (lista Brugnaro). Ancora più critica Elena La Rocca (M5S): «Hanno aspettato la fine della campagna elettorale, poi hanno usato il pugno di ferro. Ennesima dimostrazi­one di una politica che non ha interesse a discutere con i cittadini». Sui vetri coperti di condensa qualcuno ha scritto con il dito «Hasta la Vida siempre». Un augurio che ieri suonava come un epitaffio.

Monica Sambo

Zaia dia un segnale in difesa di chi vive la città. Con un’idea ci si deve confrontar­e senza blitz

Maurizio Crovato

Dovranno passare sul mio cadavere per il cambio di destinazio­ne d’uso in Consiglio

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In azione Le immagini dello sgombero, con i poliziotti a controllar­e l’evacuazion­e da parte degli occupanti (Foto Vision)

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