Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Referendum separatista Zaia pronto con la data «Si farà in autunno»
L’annuncio: la delibera alla prossima giunta regionale
VENEZIA Nel giro di una settimana la Regione fisserà la data del referendum per la separazione di Venezia e Mestre. Parola del presidente Luca Zaia che ieri ha sottoscritto la promessa: «È un impegno che ci siamo presi, un adempimento di quanto voluto dal Consiglio Regionale e che dà l’obbligo alla giunta di fissare la consultazione». La data plausibile potrebbe essere in autunno, gli autonomisti si sono già lanciati in ipotesi: fine settembre, prevede l’avvocato veneziano Marco Sitran. «Nella prossima seduta di giunta fisseremo la data per la celebrazione del referendum per la separazione di Venezia e Mestre, indipendentemente dal Tar», ha assicurato il governatore. In effetti era proprio al Tar che si erano lasciati con una stretta di mano gli avvocati della Regione, del Comune e della Città Metropolitana lo scorso 21 febbraio, tutti d’accordo nel chiedere un aggiornamento della prima udienza in vista delle voci insistenti che davano come imminente la fissazione della consultazione. I giudici amministrativi hanno rinviato al 21 marzo e sarà quella la data da segnare nel calendario perché per la prima volta si discuterà di un atto amministrativo che riguarda la vicenda: la fissazione della data del referendum. Comune e Città Metropolitana governati dal sindaco Luigi Brugnaro il referendum non lo vogliono e finora hanno impugnato qualsiasi atto che abbia spianato la strada alla consultazione. Sono due e non sono atti amministrativi ma politici: la delibera del Consiglio Regionale che ha considerato meritevole di svolgersi il quinto referendum dal 1979 per chiedere a veneziani e mestrini se vogliono restare sotto un unico Comune o prendere strade diverse; e la delibera che ha deciso che voteranno solo i residenti del capoluogo, per non confondere il fine di questo referendum (dividere le due città punto e basta) con quello di un altro (dividere il capoluogo per votare il sindaco metropolitano) che è stabilito dalla Legge Delrio sulle Città Metropolitane.
La Regione è dall’altra parte della barricata legale rispetto a Comune e Città Metropolitana e pensa che questo referendum sia legittimo ma si muove da mesi con cautela giuridica per evitare contestazioni sulla legittimità che la obbligherebbero a spiegare alla Corte dei Conti come mai ha speso centinaia di migliaia di euro per una consultazione che non si poteva fare, E quindi pure Palazzo Balbi vorrebbe sapere cosa ne pensa il Tar. «La delibera è pronta: devo solo mettere la data, riguardo alla quale ho chiesto un’analisi per valutare i pro e i contro sulla base della legge regionale numero 25 - spiega Zaia - In ogni caso, anche se confermo l’ottimo rapporto col sindaco di Venezia Brugnaro, il referendum non è in discussione: io devo dar corso all’adempimento rispetto all’impegno preso dal Consiglio regionale».