Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ho pensato di punire Anastasia Lei mi aveva detto che era incinta»

Le confession­i di Perale agli psichiatri: la amavo, non capisco cosa mi è successo

- Alberto Zorzi

VENEZIA «A gennaio ho iniziato a pensare che non fosse giusto che io soffrissi così tanto, che dovevo punirla». «E come?», gli viene chiesto. «Volevo essere io a dominare Anastasia. Mi sentivo da più di due anni preso in giro da una persona che sapeva quanto io la amassi. Mi ha buttato via come uno straccio. Non ce la facevo più». E’ la confession­e di Stefano Perale, al culmine di sette incontri con gli psichiatri incaricati dal gip Marta Paccagnell­a di confermare, come poi hanno fatto, se fosse capace di intendere e di volere nel momento in cui, lo scorso 17 giugno, ha ucciso la 31enne russa Anastasia Shakurova, di cui era invaghito da tre anni, e il suo fidanzato Biagio Buomono. Le 33 pagine firmate dal perito Gianfranco Rivellini – che verranno discusse mercoledì prossimo di fronte al giudice, al pm Giorgio Gava, ai difensori di Perale (gli avvocati Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi) e delle parti civili (gli avvocati Michele Maturi e Monica Marchi) – sono un vero e proprio film della vita del 50enne professore di inglese mestrino, che si chiude con la tragica serata di nove mesi fa, quando attirò i due giovani in una cena-trappola a casa sua: dopo averli storditi con il sonnifero Stilnox, l’uomo aveva molestato sessualmen­te e soffocato Anastasia, poi aveva ucciso Biagio a colpi di spranga.

Perale racconta della sua infanzia, della giovinezza, dei problemi in famiglia, a scuola e con le donne. Soprattutt­o questi ultimi, costellati da una raffica di innamorame­nti non corrispost­i o storie che finiscono male e culminati in un’ossessione per la pornografi­a, come dimostrano i 500 dvd trovati nella sua abitazione: «Ho sempre dimostrato molti meno anni di quelli che in effetti avevo», racconta lui, e per questo le ragazze non lo guardavano. «Sei brutto, non mi piaci», viene congedato quando prova un approccio, ma anche i compagni di classe lo prendono in giro. Va un po’ meglio all’università, anche se, dopo essersi laureato a quasi trent’anni in Lingue, iniziano le delusioni anche in campo lavorativo, nonostante lui cerchi di cogliere ogni occasione: va negli Stati Uniti, in Cina, in Vaticano, ma poi torna ● ● ● ● a casa e non trova un lavoro soddisface­nte. Dal 2011 tiene dei corsi alla scuola Abate Zanetti ed è lì che nel giugno 2014 conosce Anastasia.

La perizia spiega bene il grande equivoco in cui cade Perale. Lei, sposata in un matrimonio infelice, gli dà subito confidenza, ma lui va oltre. «Ero innamorato di lei, speravo che lasciasse il marito per me», racconta ai periti. Vanno insieme alle terme, lui la accompagna in Russia e in vacanza alcuni giorni in Croazia. Ma lei chiede sempre camere separate. E nelle chat – scrive Rivellini – «manteneva uno stile che non dava credito alla possibilit­à di interpreta­zioni diverse». «Potrei tornare nella tua vita, ma non come lo vuoi tu», gli scrive al ritorno dalla Russia: da amica, insomma, non da compagna. Poi c’è un riavvicina­mento, lui nel dicembre 2015 compra la casa in

Il piano Volevo essere io a dominare lei e riprendere con il cellulare

via Abruzzo, quella del delitto, anche con il pensiero che un giorno lei possa andare a vivere lì. Anastasia a settembre 2016 si separa, ma il 29 ottobre avviene l’evento forse scatenante della sua tragica follia. Perale va in aeroporto a prenderla con un mazzo di fiori, ma trova un altro ragazzo che lei presenta come «fidanzato». «Sei una stronza», dice lui. «Non ho fatto doppi giochi», è la sua replica.

Nei mesi successivi si sentono poco, lei gli racconta di Biagio, che lui conosce a fine maggio a casa sua. Gli fa una buona impression­e. «Era in gamba», dice Perale. Anastasia, in una telefonata a inizio giugno, gli racconta anche di essere incinta, per cui lui lo sapeva. Intanto cova la vendetta, dopo che inizialmen­te aveva pensato al suicidio o a un incidente in auto per attirare la sua attenzione. E decide l’orribile piano, con lei che, stordita, finalmente potrà essere sua. E il «dominio» doveva essere filmato, tanto che piazza due telecamere in camera e riprende la scena anche con il suo cellulare. «Una fantasia neurotica di rivalsa sadica sessualizz­ata chiosa il perito - L’omicidio di Biagio è una soluzione necessaria per raggiunger­e l’obiettivo». «Sono una persona buona - dice di sé Stefano - è per questo che non riesco a capire che cosa mi sia successo».

 ??  ?? Stefano Perale, docente di inglese di 50 anni, ha ucciso i fidanzati Anastasia Shakurova, 31 anni, e Biagio Buonomo, 30, la notte del 17 giugno scorso
Perale, invaghito della giovane russa, li aveva invitati a una cena trappola: li ha storditi con un...
Stefano Perale, docente di inglese di 50 anni, ha ucciso i fidanzati Anastasia Shakurova, 31 anni, e Biagio Buonomo, 30, la notte del 17 giugno scorso Perale, invaghito della giovane russa, li aveva invitati a una cena trappola: li ha storditi con un...
 ?? La tragedia ?? A sinistra, Stefano Perale. A destra Biagio Buonomo e Anastasia Shakurova felici al mare poche settimane prima di essere uccisi brutalment­e da Perale
La tragedia A sinistra, Stefano Perale. A destra Biagio Buonomo e Anastasia Shakurova felici al mare poche settimane prima di essere uccisi brutalment­e da Perale

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