Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Case alle prostitute: immobiliaristi del sesso arrestati
Blitz tra Vicenza e Treviso. Ora le squillo rischiano di dover pagare le tasse
Immobiliaristi del sesso, quasi un’agenzia «all inclusive» in grado di offrire il luogo di lavoro ideale, con tutti i comfort, a prostitute e transessuali. A gestirla erano in quattro, tra cui una donna, che passavano le giornate a contattare «gli operatori del sesso» attraverso annunci su siti di incontri online, proponendo loro appartamenti che, anche per la posizione, avrebbero portato loro più clienti. Ed erano disposti ad assecondare qualunque richiesta e modifica, dal colore delle pareti, al bagno in camera, fino al wi-fi. Ma anche ad accompagnare le squillo sul posto e a concordare il sub-affitto degli appartamenti, intestati a prestanome. I prezzi degli immobili - una ventina tra Vicentino e Trevigiano - venivano però maggiorati fino al 500%, e la prostituta finiva per pagare 500 euro a settimana, invece che al mese.
Un business che a tre vicentini e un trevigiano avrebbe fruttato circa mezzo milione l’anno. Ieri sono stati arrestati, e ora a rischiare sono anche lucciole e trans, che potrebbero vedersi tassare i loro guadagni.
Parallelamente, ma scollegato, c’era poi un altro business illegale: quello delle società esistenti solo sulla carta, senza operatività, senza dipendenti né macchinari, che coinvolgeva due dei bassanesi arrestati e un altro trevigiano: avevano messo in piedi un giro di fatture false a favore di decine di società venete e lombarde, per agevolarle nell’evasione delle imposte. Così, in meno di due anni avrebbero movimentato quasi 4 milioni di euro.
Due attività illegali, quelle legate a prostituzione e fatture, stroncate ieri da carabinieri e Finanza di Bassano dopo un anno di indagini passate attraverso sopralluoghi, pedinamenti e l’intercettazione di 15mila telefonate. Cinque gli arresti scattati all’alba tra il Vicentino e Trevigiano. Impegnati un’ottantina di militari che hanno effettuato una serie di sequestri e perquisizioni, anche nelle società venete e lombarde destinatarie delle fatture false.
Dietro «le case del sesso», per l’accusa, c’erano la 44enne di Monteviale (Vicenza) Paolina Maiolo (per ora agli arresti in ospedale dove è ricoverata), e il 69enne trevigiano Galliano Nasato, a cui è stato sequestrato un appartamento di Montebelluna. Ma anche due bassanesi, ora in carcere: Claudio Fiorese e Denis Pavin, 48 e 45 anni, a cui sono state sequestrate le auto che utilizzavano per accompagnare prostitute e transessuali – ai quali si presentavano sempre con nomi diversi - nei vari appartamenti di Bassano, Vicenza, Montebelluna, Onè di Fonte e Castelfranco.
Un bel guadagno che avrebbe permesso ai quattro arrestati di togliersi più di qualche sfizio. Ma per la verità Pavin una sua attività ce l’aveva: una società costituita nel 2016 che doveva occuparsi, almeno sulla carta, di impianti elettrici, e che aveva sede in uno degli appartamenti del sesso. Solo una «cartiera» per la finanza, capace di movimentare fino a 800mila euro l’anno tra entrate e uscite con il meccanismo delle fatture false. Meccanismo in cui sarebbero state coinvolte altre tre cartiere e i loro amministratori di fatto, dei bassanesi ora indagati, ma anche Fiorese e un 52enne di Riese Pio X, Massimiliano Maria Mastroianni, che ha lasciato i domiciliari dove stava scontando una pena per bancarotta fraudolenta per il carcere. In casa aveva 30mila euro, che gli sono stati sequestrati. Segno che evidentemente «il nero» continua a fruttare.