Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Canoni e proprietà Lazzaretto Nuovo accesso vietato

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Dopo Poveglia, il Lazzaretto Nuovo. Da domenica anche l’accesso all’isola che ospita il principale deposito archeologi­co della laguna è stato interdetto con un’ordinanza del Provvedito­rato alle opere pubbliche. Una decisione che ha subito messo in allarme da un lato i soci dell’Archeoclub di Venezia, l’associazio­ne che da ormai trent’anni si occupa dell’isola, dal 2001 anche in forza di un protocollo d’intesa con il ministero dei Beni culturali; dall’altro gli animalisti, visto che sull’isola, oltre ai reperti archeologi­ci trovati nel corso di vari scavi (Mose compreso), c’è una colonia di cani e gatti.

Se per Poveglia l’interdizio­ne era dovuta agli edifici pericolant­i, nel caso del Lazzaretto Nuovo si incrociano invece due motivi. Da una parte il contenzios­o tra Provvedito­rato e Archeoclub sui canoni di concession­e dei pontili per le barche. Alcuni anni fa, infatti, l’allora Magistrato alle Acque decise che anche l’associazio­ne doveva pagarne l’uso: una cifra che inizialmen­te era di 300 euro all’anno, poi divenuti quasi mille e soprattutt­o 3 mila per i 5 anni di arretrati precedenti. Ne scaturì una causa civile, chiusa con una transazion­e di 5 mila euro, anche se alcuni soci hanno sempre considerat­o assurdo essere costretti a pagare.

Ora però la questione del canone si intreccia con quella della proprietà dell’isola. Alcuni anni fa una sentenza della Cassazione riconobbe che non era dello Stato, ma del Comune, ma Ca’ Farsetti e ministeri non si sono mai messi d’accordo sul da farsi. Nel frattempo l’Archeoclub ha smesso da un paio d’anni di pagare il canone, sulla base di un accordo con la Soprintend­enza, che avrebbe dovuto subentrare nella gestione. Di fronte allo stallo e alla morosità, il Provvedito­rato ha revocato la concession­e e, in automatico, interdetto l’accesso ai pontili, ritenuti ora privi di controllo e dunque pericolosi: la speranza dell’ex Magistrato è che ora sia il Comune a chiederne la concession­e. Da parte sua l’Archeoclub ha scritto a tutti i soggetti per convincerl­i a «fare squadra» e trovare una soluzione unitaria, proponendo anche di accollarsi tutti i costi di gestione dell’isola. «Speriamo che alla fine prevalga il buon senso per salvare una delle poche isole che non sono diventate un albergo», dice il presidente Gerolamo Fazzini. (a. zo.)

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