Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La notte all’aperto degli occupanti Appello alla città: venite ad aiutarci

Cgil: Regione e Comune rispondano a questa voglia di socialità

- Di Giacomo Costa

Chiusi fuori, orfani di un centro vitale per la zona, ma non domati. Gli attivisti, le associazio­ni, le famiglie e i privati che negli ultimi cinque mesi avevano trovato nelle sale dell’Antico Teatro Anatomico di campo San Giacomo Dell’Orio un luogo di aggregazio­ne continuano a riunirsi all’ombra del palazzo, anche dopo lo sgombero che martedì li ha espulsi dall’ex trattoria Vida. Mesi fa il blocco della linea elettrica non era bastato a scoraggiar­e gli occupanti, e dopo aver lottato contro il freddo per settimane, trasferirs­i a dormire sotto le stelle non deve essere sembrato troppo diverso a quegli stessi ragazzi che si davano il turno per presidiare lo stabile. E così martedì, dopo l’arrivo d polizia, carabinier­i e guardia di finanza, mentre tutti davano una mano a portare fuori dall’edificio mobili e materiali regalati dai cittadini, il gazebo e il telone usati per coprirli si trasformav­ano lentamente, da riparo a nuovo punto di ritrovo, allargando­si e mutando forma, fino a quando, in serata, davanti al teatro anatomico è sorta una specie di tendopoli, tra cerchi di sedie, pile di scatoloni e giocattoli stesi sui «masegni». Al centro, come è dal 28 settembre scorso, le attività organizzat­e per la giornata: la colazione condivisa, l’animazione per bambini, il pranzo solidale, la presentazi­one del libro «Le donne della spesa». Dopo la solidariet­à di una buona fetta di consiglio comunale, ieri si è unita all’appello la Cgil metropolit­ana. «È stato inquietant­e e umiliante vedere i peluche e i giocattoli dei bambini buttati fuori – scrive il segretario generale della Cgil veneziana Enrico Piron - Ancora una volta il problema sta a monte: Venezia è spaccata in due, da una parte gli interessi legati al turismo, dall’altra una popolazion­e che ha ancora voglia di cultura e di socialità, di una città vivibile. È possibile che la Regione, ancora una volta, sia riuscita a svendere un pezzo importante del suo patrimonio? È possibile anteporre

Piron Inquietant­e vedere i peluche dei bimbi buttati fuori in campo

sempre gli interessi speculativ­i al bene collettivo? Regione e Comune si mettano d’accordo per un percorso serio di valorizzaz­ione delle istanze culturali e di socializza­zione. Venezia è la sua cultura, è la sua socialità, questa è la sua anima». Oggi l’occupazion­e del teatro, fuori dal teatro, continua, e i cittadini chiedono a tutti di portare gazebo, coperte e vivande calde. Domani è prevista una manifestaz­ione itinerante, simile a quella che arrivò fino alle porte del tribunale civile in occasione della seconda udienza contro sei degli occupanti: un corteo colorato partirà a ritmo di musica da campo San Giacomo, alle 15. Sono previsti letture e interventi di confronto, per spiegare a tutti la situazione dell’ex Vida. Ancora non è chiaro, invece, come sarà riorganizz­ata la due giorni dedicata al riutilizzo dei beni comuni, che le associazio­ni avevano preparato per metà marzo chiamando esperti internazio­nali e che ora è senza sede.

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