Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Dieta vegana in gravidanza, due bimbi ricoverati
Gli esperti: «Un tempo era malnutrizione da povertà, ora si parla di classe medio alta»
TREVISO Nel film «Hungry Hearts» diretto da Saverio Costanzo e premiato al Festival di Venezia del 2014, l’americano Jude e l’italiana Mina si incontrano, si innamorano e fanno un figlio. Incipit banale, utile però a raccontare gli eccessi della dieta vegana: lei alimenta il figlio solo con la verdura coltivata nel loro terrazzo fino a farlo ammalare.
Il padre all’inizio la asseconda, poi inizia una battaglia legale che finisce in tragedia. Una pellicola, questa, che ha posto al centro dell’attenzione i problemi connessi alle diete estreme. Stando a dati recenti, in Italia vegani e vegetariani sono circa l’8% della popolazione; secondo il Rapporto Eurispes i vegani sono passati dall’1% del 2016 al 3% del 2017.
Il deficit materno di b12, ossia la mancanza di vitamine causata da una madre che cresce in grembo e allatta un bambino senza gli adeguati integratori, colpisce un neonato su quattromila e conta oltre cento casi l’anno in Italia. Nell’ultimo anno, a conferma della tendenza, nel Trevigiano sono capitati due casi di questo genere. Il primo ha riguardato un bimbo di otto mesi con un ritardo psicomotorio, il secondo un bambino di due anni con anemia megaloblastica. Entrambi sono finiti all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, nel reparto di pediatria dove il primario è Stefano Martelossi. «Ci siamo trovati di fronte a due madri che hanno sottovalutato la carenza della vitamina b12 durante la gravidanza e l’allattamento. - spiega il primario Ma non erano atteggiamenti di non cura del bambino o di dolo, altrimenti le avremmo segnalate ai servizi sociali. Semplicemente, hanno ammesso di ignorare i rischi per la loro prole. Fortunatamente, grazie alle cure, i loro figli non avranno problemi in futuro». Situazioni di questo genere, in ospedale, un tempo si presentavano per famiglie povere, donne e uomini che non avevano la possibilità materiale di alimentare correttamente i propri figli. Adesso si stanno diffondendo nella classe medio-alta. «Quando l’opinione pubblica pensa di poter decidere senza ascoltare la scienza, come nel caso dei vaccini, allora abbiamo un problema», dice Martelossi. Infatti, una dieta rigidamente vegana senza gli adeguati controlli a volte si accosta all’uso di latte di mandorle o latte di soia, che sono ben diversi dall’alimento complesso che arriva dal corpo della donna. Anche perché la vitamina b12 si trova principalmente negli alimenti di origine animale, carne, pesce, uova e latticini. Interviene anche Agostino Paccagnella, direttore dell’Unità operativa complessa malattie della nutrizione: «Il consiglio che possiamo dare alle madri vegane è di controllare la propria alimentazione con degli schemi rigidi. Campanelli d’allarme sono la riduzione delle masse muscolari, disidratazione, problemi alla vista. In gravidanza una madre deve pensare prima al figlio».