Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Poveglia e il piano dei cittadini Il Tar «bacchetta» il Demanio «Ora si riapra il confronto»
VENEZIA Una vittoria a metà, ma pur sempre una vittoria, anche se «postuma». L’associazione «Poveglia per tutti» si è vista ieri riconoscere dopo tre anni dal Tar del Veneto che il modo con cui l’Agenzia del Demanio «liquidò» la sua proposta di ottenere una parte dell’isola in concessione per sei anni era illegittima per «difetto di motivazione». Ora il Demanio, come scrive il tribunale amministrativo regionale, dovrà rivalutare la richiesta, anche se gli stessi giudici sottolineano che potrà di nuovo bocciarla, rigettando sia la richiesta di imporre il «sì» all’Agenzia, che quella di nominare un commissario per superare l’impasse.
L’associazione aveva presentato il 6 maggio 2015 un’istanza per poter avere in concessione, seppur a canone agevolato, la parte non edificata dell’isole, la cosiddetta «casa del custode» e la cavana, con un progetto di interventi per una somma complessiva di 390 mila euro, che erano stati raccolti nell’ambito della «guerra» contro l’Agenzia e il bando con cui l’aveva venduta a un «mister X» che poi si era scoperto essere il futuro sindaco Luigi Brugnaro. Brugnaro si era aggiudicato il bando del 2014 con un’offerta di 513 mila euro e puntava a realizzare un ospedale per curare le malattie legate all’alimentazione. Ma il Demanio si era poi «pentito» di non aver fissato una base d’asta minima e di aver dunque ricevuto un’offerta così bassa e aveva revocato la gara nel giugno del 2014. Poveglia per tutti, che aveva già raccolto 160 mila euro per il bando, ha poi continuato con il progetto, ma il Demanio aveva respinto l’istanza, affermando che stava ancora valutando il futuro dell’isola, con ipotesi di valorizzazione sull’intero compendio. Ma il Tar osserva che il motivo non tiene, perché mentre si avviavano le procedure si sarebbe potuto benissimo concedere lo spazio richiesto, salvo poi revocarlo in caso di necessità. E i giudici sottolineano peraltro che, fino allo scorso anno, Poveglia non è più entrata nelle procedure di alienazione del progetto «Valore Paese».
«Volevamo fare un regalo allo Stato - dice il portavoce Lorenzo Pesola - la sentenza conferma che quel misero diniego seppellì burocraticamente il lavoro volontario di decine di professionisti. Abbiamo perso 3 anni, ora speriamo si apra un nuovo tavolo con più attenzione». (a. zo.)