Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vaccini, slitta l’obbligo nelle scuole: 89mila ancora inadempienti
Il termine del 10 marzo per mettersi in regola slitta al 30 aprile. Ma ci sono ancora 89mila inadempienti
VENEZIA Lunedì nessun bambino non vaccinato sarà espulso dall’asilo. Il termine del 10 marzo per la presentazione del libretto vaccinale in regola slitta infatti al 30 aprile per le Regioni con l’anagrafe vaccinale informatizzata, come il Veneto. Che però conta ancora 89mila minori fino a 16 anni non in regola con i 10 sieri obbligatori, 22.705 dei quali in età da asilo.
VENEZIA Lunedì non resterà a casa dall’asilo nessun bambino non vaccinato. Le Regioni dotate di anagrafe vaccinale informatizzata, come il Veneto, possono usufruire dello slittamento dal 10 marzo al 30 aprile del termine ultimo per presentare la documentazione in regola relativamente agli alunni da zero a 16 anni(chiamati ad assumere 10 sieri: anti-poliomelitica, antidifterica, antitetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilus influenzae tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella). Lo stabilisce una circolare inviata il primo marzo alle Regioni dai ministeri di Salute e Istruzione, che però non parla di proroga — sempre rifiutata, anche ai sindaci veneti che l’avevano chiesta — ma di «tempo necessario a valutare le certificazioni». O anche di «procedura semplificata», che prevede lo scambio dati direttamente tra Usl e scuole, senza coinvolgere le famiglie degli allievi.
In breve, funziona così: entro il 2 marzo i dirigenti scolastici dovevano mandare alle Usl gli elenchi degli iscritti a Nido, materne, elementari, medie e biennio di superiori e istituti professionali nell’anno scolastico in corso; entro oggi le Usl restituiranno alle scuole le liste dei ragazzini non in regola, partendo da quelli tra zero e 6 anni che, oltre alla multa fino a 500 euro prevista per tutti, rischiano l’allontanamento dall’asilo. Entro il 20 marzo i presidi invieranno una raccomandata di sollecito ai genitori degli inadempienti, che avranno tempo fino al 30 marzo per presentare il libretto vaccinale a posto o almeno l’appuntamento fissato per effettuare le vaccinazioni di legge. Le scuole entro il 30 aprile dovranno infine inoltrare la documentazione completa e l’elenco dei non immunizzati alle Usl, a loro volta incaricate dal ministero della Salute di comminare le sanzioni previste. «Finora in nessuna regione sono scattate le multe — fanno sapere da Palazzo Balbi — e quanto all’interruzione della frequenza all’asilo, saranno i dirigenti scolastici a deciderne tempi e modi. Possono anche lasciare a casa i bimbi non vaccinati man mano che li individuano».
«Per quanto ci riguarda, i piccoli resteranno all’asilo fino al 30 aprile — annuncia Stefano Cecchin, presidente regionale della Fism, che rappresenta le scuole materne parificate —. E ricordo che la nostra associazione riunisce 1043 istituti d’infanzia, per un totale di 93mila iscritti: ovvero il 65% degli alunni veneti fra 3 e 6 anni e il 50% degli appartenenti alla fascia d’età zero/3 anni. Noi l’abbiamo sempre detto: la riforma sarebbe dovuta iniziare con il nuovo anno scolastico 2018/2019 (come proposto dalla Regione a Roma, ndr), non ci sono i tempi tecnici per partire a marzo. E infatti è esploso il caos: i genitori non sanno più a chi credere, le Usl non riescono a gestire migliaia di richieste di regolarizzazione e documentazione, noi dirigenti scolastici non siamo tenuti a fare gli ispettori sanitari ed è già tanto che accettiamo di diventare dei passacarte per aiutare le famiglie. Ben venga la proroga — chiude Cecchin — utile a completare le procedure con più calma e magari a convincere gli ultimi indecisi. Anche se lo zoccolo duro di no vax, individuato tra l’Alto Trevigiano e le province di Vicenza e Padova, difficilmente potrà essere scalfito». «Dopo il termine del 30 aprile, gli asili comunali lasceranno a casa i bambini inadempienti — dichiara Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto —. E’ vero, ci siamo mossi anche a livello nazionale per chiedere la proroga a fine anno scolastico perché ci sembra assurdo interrompere la continuità didattica, ma poiché non è stata concessa i sindaci non hanno il potere di decidere per conto proprio. Dobbiamo rispettare la legge».
Secondo l’ultimo report della Regione sono 89mila i minori fino a 16 anni (su un totale di 679.687) non a posto con le vaccinazioni, 22.705 dei quali rientrano nell’età da asilo. Alcuni potrebbero essere in fase di regolarizzazione con un appuntamento già fissato all’Usl, ma i nati tra il 2016 e il 2012 che non hanno nemmeno iniziato il percorso vaccinale sono 8.300. La buona notizia, però, è che per il secondo anno consecutivo la nostra regione registra un aumento della copertura a 24 mesi nei minori tra 2 e 16 anni. Per l’anti-poliomelite (rappresentativa dell’esavalente comprensivo pure dei vaccini contro tetano, difterite, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo B) tocca il 95,5%; per il morbillo (nel trivalente con rosolia e parotite) arriva al 94,7%. Le Usl più virtuose sono la Polesana (96,2% e 95%) e la Veneto Orientale (95,7% e 94,9%). Le ultime in classifica l’Usl Pedemontana (89,5% e 88,7%) e l’Euganea (91,9% e 91,5%).
Pavanello
Dopo questa proroga, non vaccinati a casa
Cecchin
La riforma sarebbe dovuta partire il prossimo anno