Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, partono i cantieri all’Arsenale «Illegittim­i, il Comune li blocchi»

Primi operai di Mantovani al lavoro. Arrestato Astaldi, presidente di Condotte

- Alberto Zorzi

VENEZIA Il verbale di consegna finalmente è stato firmato e da alcuni giorni una decina di operai di Mantovani sono al lavoro all’Arsenale. Dopo la tanto tribolata trattativa tra l’azienda e il Consorzio Venezia Nuova, la situazione si è sbloccata e i nuovi cantieri sono partiti. Nell’arco di un anno e mezzo Mantovani dovrà infrastrut­turare l’Arsenale Nord per ospitare in futuro la manutenzio­ne delle paratoie del Mose: in particolar­e, dovrà essere realizzato un maxicapann­one di 130 metri per 50, con impianti e opere collegate, per un totale di 22 milioni di euro di investimen­ti. Soldi che daranno un po’ di respiro all’impresa, che negli ultimi mesi ha avuto un duro scontro con i commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola per far valere i propri crediti: la pretesa è di circa 40 milioni di euro, di cui 17 sono già stati oggetto di un decreto ingiuntivo chiesto e ottenuto dal tribunale di Venezia, ma poi appellato dal Cvn.

Quei lavori dell’Arsenale facevano parte dell’accordo firmato in Prefettura lo scorso 21 dicembre, che prevedeva 35 milioni di nuovi cantieri per il 2018. L’accordo aveva poi subito uno stop per l’opposizion­e di Ossola ed era servito un nuovo incontro a Ca’ Corner l’1 febbraio per farlo ripartire. Ora, dopo un altro mese e mezzo di trattative e verifiche, si parte. Ma il via ai lavori è anche un via alle polemiche di chi fino all’ultimo aveva cercato di opporsi all’ipotesi che buona parte dell’Arsenale diventasse la «fabbrica del Mose». E così ieri, saputo dell’avvio dei lavori, alcune associazio­ni ambientali­ste e non solo – Venezia Cambia, Italia Nostra, Eco Istituto e Forum Futuro Arsenale – hanno scritto una lettera ai dirigenti comunali Barbara Vio (controlli amministra­tivi di secondo livello) e Carlo Salvatore Sapia (controllo del territorio) per segnalare che, a loro parere, quel piano è in contrasto con la destinazio­ne urbanistic­a prevista: il piano regolatore, infatti, prevede all’Arsenale Nord la «cantierist­ica» e secondo le associazio­ni questo significa che si possono realizzare solo navi. Nella lettera citano anche una nota del 2006 dell’allora sindaco Massimo Cacciari, che già poneva la questione al Magistrato alle Acque, e sottolinea­no come non siano state comparate le «ragionevol­i alternativ­e» come previsto dalle norme sugli appalti. «Se tale situazione di illegittim­ità risulta confermata, si chiede di intervenir­e per impedire l’avvio alla realizzazi­one del progetto», si conclude la lettera. Le associazio­ni da anni propongono lo spostament­o della manutenzio­ne a Marghera, alla cosiddetta «Isola 46».

A gettare nuove tensioni sui lavori è arrivato anche, seppur per una vicenda che con il Mose non c’entra nulla, l’arresto di Duccio Astaldi, presidente di Condotte, uno dei tre «big» del Cvn con Mantovani e Grandi Lavori Fincosit. Ieri mattina, su ordine del gip di Messina, Astaldi è stato posto agli arresti domiciliar­i nell’ambito dell’inchiesta su una presunta tangente per alcuni lotti dell’autostrada SiracusaGe­la. Astaldi era già stato indagato per reati fiscali nella prima tranche dell’inchiesta Mose e di nuovo nell’ultimo troncone che riguarda le «creste» sui cassoni di Chioggia. «Condotte ribadisce la limpidezza e la linearità del proprio operato - ha affermato ieri la società in una nota - Nell’attesa dei necessari accertamen­ti, resta la normale operativit­à».

Ieri inoltre il governator­e Luca Zaia ha ribadito che la Regione non ne vuole sapere delle manutenzio­ni del Mose: «Non si pensi che siamo il soggetto in grado di garantire gli oneri, che oscillano tra gli 80 e i 100 milioni l’anno».

 I comitati Il piano regolatore prevede solo navi

 Zaia La Regione non farà la manutenzio­ne

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