Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lega verso il commissari­o Bocciata l’ipotesi unificazio­ne

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VENEZIA Lega veneziana verso il commissari­amento, oggi il segretario federale Matteo Salvini, il segretario veneto Giannanton­io Da Re e il direttivo deciderann­o quando scatterà la staffetta. Per statuto, il segretario di partito che viene eletto in Parlamento è incompatib­ile con la carica ma si dà il caso che Erik Pretto a Vicenza e Dimitri Coin a Treviso siano pure i segretari che stanno gestendo le trattative per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale nei due capoluoghi. Per loro era stata quindi ventilata una proroga e le altre segreterie speravano di accodarsi. Venezia, ad esempio, accarezzav­a l’idea che Sergio Vallotto, eletto alla Camera, potesse restare fino all’autunno. «Decideremo se commissari­are in tempi più o meno brevi, se arrivare all’autunno e quindi in coincidenz­a con la scadenza naturale dei mandati – spiega Da Re – Ovvio che se si deciderà per i tempi brevi, sarà il commissari­o a prendere in mano la partita delle elezioni, aiutato dal segretario uscente. Anche a Venezia abbiamo elezioni importanti, come San Donà». La questione va sotto il mandamento del veneto Orientale, guidato da Luca Tollon che non è nel novero degli eletti; la segreteria veneziana sta invece gestendo il voto a Martellago e Pianiga. La questione fa passare in cavalleria la proposta di Vallotto di unificare le due segreterie di Venezia e Veneto Orientale, peraltro bocciata da segretari e militanti della parte Nord. Neanche il recente successo del partito a Venezia (23% alle politiche alla Camera) ha smosso gli animi: la storia leghista il Veneto Orientale ha radici più profonde. «Non è questo, il Veneto Orientale vuole una sua autonomia - spiega il segretario veneto Da Re – E poi resta il problema logistico che ci portò a fare la scelta delle due segreterie: da San Michele al Tagliament­o a Chioggia sono 100 chilometri ed è complicata la gestione proprio dal punto di vista logistico». (mo. zi.)

Da Re Il Veneto orientale vuole la sua autonomia. E le distanze sono lunghe

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