Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bpvi, richiesta-bis di rinvio a giudizio per gli indagati

- B.C.

VENEZIA Ex popolari, ripartono le cause per le azioni azzerate. Erano state bloccate dal decreto di liquidazio­ne di Bpvi e Veneto Banca del giugno 2017. Ma come in una situazione tenuta a lungo innaturalm­ente compressa, alla fine finiscono per rispuntare fuori. Con due decisioni di rilievo, solo ieri, che riaprono la partita dei risarcimen­ti per via giudiziari­a delle azioni azzerate. Succede tra Vicenza e Verona, dove due decisioni di altrettant­i giudici, uno civile e l’altro penale, stabilisco­no altri due precedenti di rilievo, in una situazione tutta in divenire.

La prima, a Vicenza, dove per la seconda volta un giudice permette di far causa a Intesa sulle azioni, nonostante il divieto del decreto di liquidazio­ne con cui il colosso bancario aveva acquisito la parte «buona» di Bpvi e Veneto Banca. L’esito lo si vedrà. Ma intanto il round provvisori­o non è di poco conto.

VICENZA Crac Bpvi, nuova richiesta di rinvio a giudizio, stavolta sul secondo filone d’indagine, per gli imputati già in udienza preliminar­e. Ostacolo alla vigilanza di Bankitalia e Bce, nell’ispezione 2014 in vista degli stress test, e di Consob, sull’aumento di capitale 2014: queste le nuove accuse a cui rispondera­nno a vario titolo l’ex presidente Gianni Zonin e gli ex manager. Procedimen­to-bis che verrà assorbito nel primo già in corso, per aggiotaggi­o, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Il giudice Roberto Venditti non a caso a metà febbraio aveva «congelato» l’udienza preliminar­e fino al 21 aprile, per incorporar­e i due filoni in un unico procedimen­to ed evitare due processi agli stessi imputati. I nomi sono già noti: Bpvi in liquidazio­ne, gli ex presidente Gianni Zonin, direttore generale, Samuele Sorato (posizione stralciata per motivi di salute e che probabilme­nte rimarrà procedimen­to separato), consiglier­e Giuseppe Zigliotto, i tre vicedirett­ori generali Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, e il dirigente ai documenti contabili, Massimilia­no Pellegrini.

Indagati a cui gli ex risparmiat­ori chiederann­o i danni, ora anche per gli altri episodi. Per l’udienza del 21 aprile c’è da aspettarsi (legali e associazio­ni sono al lavoro) che le poco più di cinquemila parti civili già costituite (e ammesse) si ricostitui­scano. Saranno invece limitate quelle ammesse per il reato (contestato a Sorato, Giustini e Bpvi) di ostacolo alla Consob, finito a Milano e rispedito a Vicenza dalla Cassazione, su cui i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori avevano chiesto e ottenuto il sequestro di 106 milioni di euro (eseguito poi solo per la banca). Soldi, con una condanna definitiva, che potrebbero esser redistribu­iti tra un centinaio di soci, per la procura legittimat­i a chiederli perché coinvolti nell’aumento di capitale 2014. L’altra accusa riguarda invece tutti gli imputati, banca compresa.

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