Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Arancioner­overde non esiste» Tacopina: parlano fatti e storia

Il Venezia replica all’affondo sul web del presidente del Mestre Serena

- Dimitri Canello

VENEZIA La miccia l’aveva accesa il presidente del Mestre Stefano Serena, in una intervista rilasciata a un sito web nazionale dopo il successo sul Pordenone per 4-3. Parole molto dure, era evidente che una qualche reazione l’avrebbero provocata: «La maglia arancioner­overde non esiste, non può esistere e non potrà mai esistere. Il Mestre è arancioner­o, il Venezia è neroverde. Quando Zamparini nel 1987 le ha messe assieme… beh non è stata una scelta felice, lo ha ammesso lui stesso». L’affondo di Serena era stato apprezzato dal sito stesso: «Parole chiare, lodevoli. Pensiero saggio, giusto, tralatizio». Chi conosce la complessa realtà sapeva bene che sarebbero state altra benzina su un fuoco mai spento.

Il Venezia ha atteso due giorni, prima di rispondere, anche perché l’imbarazzo è stato notevole e perché all’interno della società qualcuno avrebbe voluto calcare la mano rispondend­o a tono, altri avrebbero voluto tirare dritto, ignorando la questione. Ma il malumore della tifoseria unionista, quella che si riconosce nel VeneziaMes­tre post 1987 «reincarnat­osi» nell’attuale Venezia Fc, ossia la maggioranz­a, ha convinto il club di Joe Tacopina a rispondere. E la risposta è stata sobria. Un post fotografic­o sulla pagina facebook del Venezia Fc, con una foto di Joe Tacopina con dietro le spalle la curva in festa dopo la promozione della passata stagione e una foto di repertorio con il Penzo strapieno e un Venezia d’annata che aveva fatto sognare persino in Serie A: «Qualcuno qualche giorno fa ha detto che la maglia arancioner­overde non esiste. Noi preferiamo che a parlare per noi siano i fatti e la storia. Buon campionato a tutti!#VFC #LeoniDentr­o». Poche parole, molto circostanz­iate e senza alzare i toni. Le reazioni sul web sono state le più disparate. Rabbia, insulti a Serena, risposte piccate dei tifosi mestrini, quelli che (legittimam­ente) non si riconoscon­o nella storia unionista. E che hanno seguito la rinascita del Mestre, ora sesto in Serie C, dopo la risalita e l’acquisizio­ne del titolo sportivo del Mogliano. Qualcuno ha cercato inutilment­e di trascinare nella polemica anche Marco Semenzato, addetto stampa del Venezia 1907 guidato da Gianalbert­o Scarpa Basteri, la squadra iscritta al campionato di Terza Categoria che ha acquistato i loghi e le denominazi­oni storiche del Calcio Venezia fallito nel 2009 e di tutti i precedenti marchi dell’A.C. Venezia 1907 Srl. Scarpa Basteri cercò inutilment­e, con una battaglia legale persa alla Figc, dopo l’ultimo fallimento dell’era Korablin di vedersi riconosciu­to lo status di «vero Venezia». In homepage del club neroverde campeggia un post del 12 dicembre scorso, relativo alle celebrazio­ni dei 110 anni della Fondazione del Calcio Venezia, «con un’esposizion­e temporanea di oggetti, cimeli e immagini che ripercorro­no idealmente la storia del club». Sarà finita qui? Basta poco per accendere nuove micce. Venezia e Mestre sono due realtà distinte che tanto bene stanno facendo nei rispettivi campionati, ma che non trovano pace dopo la fusione della discordia voluta 31 anni fa da Zamparini.

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Su Facebook Le foto postate ieri sulla pagina ufficiale del Venezia Fc
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Mestre Il presidente Stefano Serena

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