Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Piante a rischio? Le vedono solo gli esperti»
VENEZIA Jacopo Giraldo, lei è un vivaista di Campolongo e il past president di Coldiretti Venezia: come si riconosce un albero a rischio caduta?
«Con due tipi di valutazioni: visive e strumentali. Per quanto riguarda le prime, si guarda se la pianta è dritta o pende, se ha la chioma uniforme, se sulla base si sono formati dei rialzi che implicano una stabilità precaria o se si è alzata da una parte e dall’altra si vedono le radici. E’ necessario appurare anche se tronco e rami abbiano spaccature, fenditure, parti molli o secche, indice che è stata attaccata da un fungo».
Un esame che può fornire un’idea esaustiva?
«Le valutazioni visive inquadrano lo stato della pianta in una percentuale compresa tra il 60% e il 70%».
E le valutazioni strumentali?
«Sono quelle densiometriche, di solito affidate agli agronomi, che attraverso una tecnologia sofisticata riescono a calcolare appunto la densità del legno e quindi a capire cosa stia succedendo dentro l’albero. Si tratta generalmente di procedure onerose».
I pioppi sono alberi delicati?
«Come tutte le piante che crescono velocemente hanno una vita più breve, limitata a 30-40 anni. E poi quando vengono potati, nei punti dei tagli possono insorgere marcescenze».
Un occhio non esperto può accorgersi che un albero è a rischio?
«No, generalmente è difficile per una persona comune capire se una pianta è malata o instabile. Anche perchè ogni specie è a sè, ha radici più o meno superficiali, allargate, capillari, chiome più o meno folte e di diverse forme e così via. Va anche detto che bisogna tenere conto dei fenomeni atmosferici e ambientali capaci di abbattere piante perfettamente sane». (m.n.m.)