Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, la settimana dei sequestri
Le associazioni inviano 007 all’estero a caccia dei beni di Zonin. E domani incontrano Salvini
VICENZA Scandalo ex Popolari, con l’atto di trascrizione annunciato per domani dagli avvocati in tribunali, scattano i sequestri conservativi contro gli ex vertici di Bpvi. Questo a un mese esatto dalla notifica delle prime ordinanze del giudice che finora ha concesso sigilli per un ammontare di 260 milioni di euro. Intanto l’avvocato trevigiano Sergio Calvetti che tutela 2500 risparmiatori dell’ex Pop Vicenza, ha ingaggiato detective immobiliari all’estero a caccia dei beni di Zonin. Sempre domani le associazioni incontrano Salvini a Udine.
VICENZA Prime trascrizioni per dare finalmente il via ai sequestri conservativi di ville, case e terreni dell’ex presidente Gianni Zonin e di altri ex dirigenti e amministratori di Popolare Vicenza. Accadrà domani in tribunale a Vicenza ed è solo il primo passo che porterà a «congelare» anche conti correnti, quote azionarie e molto altro a tutela di chi si sente truffato e pretende un risarcimento. E i sigilli, ottenuti (i primi) giusto un mese fa domani dalle parti civili a carico di imputati per il tracollo Bpvi, potrebbero scattare anche all’estero. I tantissimi risparmiatori rimasti con un pugno di mosche in mano sono pronti a tutto pur di far pagare di tasca propria - con i beni di proprietà o già ceduti ai familiari - chi li avrebbe ridotti sul lastrico. L’avvocato trevigiano Sergio Calvetti che tutela 2.500 risparmiatori Bpvi ha già mosso detective immobiliari in alcune parti del mondo per arrivare a mettere le mani, e i sigilli, anche sui beni detenuti oltreconfine dall’ex presidente Zonin, anche quelli che nel frattempo ha ceduto a moglie e figli «dalla data di commissione del reato», come riporta il provvedimento del giudice Roberto Venditti che ha concesso i sequestri. I detective immobiliari si stanno muovendo in Sudafrica, Argentina, Canada Florida e California. Da dove il legale ha fatto ritorno solo venerdì. «Il sequestro è aperto a tutti i beni – spiega Calvetti – abbiamo tutto il tempo e la forza associativa per effettuare verifiche e visure, per verificare ogni dettaglio».
Quella di domani dovrebbe essere la data che dà ufficialmente il via all’esecuzione dei sequestri conservativi: un mese esatto dalla notifica delle prime ordinanze del giudice Venditti che finora ha consesso sigilli per un ammontare di 260 milioni di euro, perché i beni degli imputati non vengano dispersi da qui all’eventuale sentenza di condanna definitiva, che passerà quindi per i tre gradi di giudizio (nel caso di assoluzione dovranno essere restituiti). Sarà l’avvocato Michele Vettore di Vicenza, che tutela 41 persone danneggiate e che si è visto accordare sequestri per oltre 3,8 milioni, a dare il via ai primissimi sequestri: effettuerà la trascrizione dell’ordinanza alla conservatoria di Vicenza (e in seguito, visto che gli immobili si trovano anche fuori provincia, potrebbe procedere con le conservatorie di Treviso, Milano e Ravenna, per un costo totale che potrebbe arrivare, spese comprese, a circa duemila euro). Per i beni mobili invece i legali dovranno essere accompagnati da ufficiali giudiziari sul posto.
Altri avvocati di risparmiatori come appunto Calvetti e il vicentino Renato Bertelle che assiste 220 azionisti e che ha ottenuto sigilli per 15,5 milioni di euro si accoderanno a breve alle trascrizioni. E con loro altri. Perché i sequestri non siano stati eseguiti subito è presto spiegato. Intanto non c’è una scadenza per effettuarli. E poi si tratta di procedure lunghe - e costose - che necessitano di molte verifiche, a partire dalla valutazione dell’entità dei beni registrati al catasto o per esempio alla Camera di commercio, e pure della ricerca di dati anagrafici di imputati e parenti. Alcuni legali si sono affidati ad agenzie specializzate. Gran parte del lavoro pare comunque approntato e i primi sigilli potrebbero scattare a breve. I primi di una serie visto che sul tavolo del giudice Venditti ci sono ancora molte richieste di sequestri da valutare e accordare o, nel caso, bocciare.
Ma intanto il tentativo di giungere ad un risarcimento per le azioni azzerate va avanti anche per altre strade. Ad esempio quella politica. Passate
le elezioni, in cui le promesse solenni degli indennizzi si sono sprecate, le associazioni tornano alla carica sul fondo di risarcimento inserito nella legge di bilancio. Dopo quella di Vicenza a dicembre, ieri nuova assemblea a Udine, davanti a ducento persone. L’impasse paradossale da superare è di un decreto attuativo che il sottosegretario Pier Paolo Baretta deve licenziare entro fine mese. Ma che deve avere il gradimento di Lega e Cinque stelle uscite, per evitare di esser impallinato dal nuovo parlamento.
Per questo le associazioni dei soci incroceranno domani a Udine il leader leghista, Matteo Salvini. Per chiedere il via libera ed impostare semmai correzioni o rifinanziamenti, rispetto ai 100 milioni di euro iniziali. «La legge c’è e il decreto lo può fare ancora il governo attuale», sostiene Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino. «Siamo preoccupati che il fondo finisca tra i veti incrociati - dice Franco Conte del Codacons -. Facciamo in fretta il decreto, per far diventare operativo il fondo, verificando anche la necessità reale delle coperture».