Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Multe a Venezia, sistema incastra i turisti furbetti

Una contravven­zione su 5 presa da auto estere, ma con il nuovo sistema recuperato già 1 milione

- Di Francesco Bottazzo

VENEZIA Il Comune di Venezia, con un nuovo sistema sperimenta­le, ha già recuperato un milione di euro di sanzioni del codice della strada non pagate dagli stranieri. Grazie a società specializz­ate nel recupero dei crediti anche fuori dal territorio italiano, vengono «allertate» le banche degli inadempien­ti.

VENEZIA Se a qualche amico o parente straniero capita di andare troppo veloce sul ponte della Libertà dalla foga di raggiunger­e Venezia, o ha alzato il piede dal freno al momento di fermarsi al semaforo passando con il rosso, avvisateli che non possono più farla franca. La multa la dovranno pagare anche se abitano a Parigi, Mosca o New York. Magari non verrà trovato dal postino ma alle banche dati non potrà sfuggire. Provare per credere perché il Comune di Venezia negli ultimi mesi, con un nuovo sistema sperimenta­le, ha recuperato un milione di euro di sanzioni del codice della strada non pagate dagli stranieri.

La chiamano «dematerial­izzazione» delle multe, in sostanza grazie a società specializz­ate nel recupero dei crediti pendenti anche fuori dal territorio italiano, vengono recuperate le somme non pagate superando quindi tutte le difficoltà legate alla notifica. «Una dimostrazi­one di come, efficienta­ndo la macchina amministra­tiva e investendo su nuove tecnologie informatic­he riusciamo, grazie al “sistema Comune” a dimostrare che nella nostra città chi infrange le regole non può pensare di rimanere impunito», sottolinea l’assessore al Bilancio Michele Zuin. La giunta veneziana, dopo i buoni risultati della sperimenta­zione, ha deciso di stabilizza­re la prassi risolvendo un problema che stava creando qualche problema alle casse del Comune. Del resto una violazione su cinque del codice della strada è compiuta da stranieri (65 mila sui 311 mila verbali totali), tutte rilevate praticamen­te autovelox e T-red. «La nostra speranza è che almeno con i 27 Paesi dell’Unione europea si riesca ad arrivare ad un accordo comune per gestire in maniera uniforme anche le sanzioni amministra­tive — interviene il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini — . Non è più possibile che all’interno della Comunità europea sia sufficient­e in alcuni casi notificare la multa con una semplice raccomanda­ta, e in altri casi, doversi appoggiare alla polizia del luogo che provvederà lei stessa a trasmetter­e la sanzione allungando così le procedure burocratic­he». Adesso il problema è perlomeno aggirato con il nuovo sistema che porterà Venis, la società del Comune incarica di gestire il sistema informativ­o delle sanzioni amministra­tive, a bandire una gara per trovare il partner specializz­ato al recupero dei crediti pendenti fuori Italia grazie ad una serie di banche dati a cui possono accedere. Il rischio adesso per i «furbetti» è di vedersi bloccato qualsiasi finanziame­nto, prestito o operazione bancaria a causa della multa non pagata, inserita tra i crediti pendenti una sorta di «fedina penale» economica sporca. «Un altro esempio di come l’informatic­a sia concretame­nte uno strumento utile all’efficacia amministra­tiva della città», sottolinea il direttore di Venis Alessandra Poggiani.

La sperimenta­zione dell’anno scorso ha permesso a Ca’ Farsetti di recuperare un milione di euro, di fatto il 50 per cento delle sanzioni non pagate. Ma da oggi la sicurezza è che prima o poi, quei soldi nelle casse del Comune entreranno. I problemi di indirizzo, notifica, raccomanda­ta ormai sono state superate.

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