Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Multe a Venezia, sistema incastra i turisti furbetti
Una contravvenzione su 5 presa da auto estere, ma con il nuovo sistema recuperato già 1 milione
VENEZIA Il Comune di Venezia, con un nuovo sistema sperimentale, ha già recuperato un milione di euro di sanzioni del codice della strada non pagate dagli stranieri. Grazie a società specializzate nel recupero dei crediti anche fuori dal territorio italiano, vengono «allertate» le banche degli inadempienti.
VENEZIA Se a qualche amico o parente straniero capita di andare troppo veloce sul ponte della Libertà dalla foga di raggiungere Venezia, o ha alzato il piede dal freno al momento di fermarsi al semaforo passando con il rosso, avvisateli che non possono più farla franca. La multa la dovranno pagare anche se abitano a Parigi, Mosca o New York. Magari non verrà trovato dal postino ma alle banche dati non potrà sfuggire. Provare per credere perché il Comune di Venezia negli ultimi mesi, con un nuovo sistema sperimentale, ha recuperato un milione di euro di sanzioni del codice della strada non pagate dagli stranieri.
La chiamano «dematerializzazione» delle multe, in sostanza grazie a società specializzate nel recupero dei crediti pendenti anche fuori dal territorio italiano, vengono recuperate le somme non pagate superando quindi tutte le difficoltà legate alla notifica. «Una dimostrazione di come, efficientando la macchina amministrativa e investendo su nuove tecnologie informatiche riusciamo, grazie al “sistema Comune” a dimostrare che nella nostra città chi infrange le regole non può pensare di rimanere impunito», sottolinea l’assessore al Bilancio Michele Zuin. La giunta veneziana, dopo i buoni risultati della sperimentazione, ha deciso di stabilizzare la prassi risolvendo un problema che stava creando qualche problema alle casse del Comune. Del resto una violazione su cinque del codice della strada è compiuta da stranieri (65 mila sui 311 mila verbali totali), tutte rilevate praticamente autovelox e T-red. «La nostra speranza è che almeno con i 27 Paesi dell’Unione europea si riesca ad arrivare ad un accordo comune per gestire in maniera uniforme anche le sanzioni amministrative — interviene il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini — . Non è più possibile che all’interno della Comunità europea sia sufficiente in alcuni casi notificare la multa con una semplice raccomandata, e in altri casi, doversi appoggiare alla polizia del luogo che provvederà lei stessa a trasmettere la sanzione allungando così le procedure burocratiche». Adesso il problema è perlomeno aggirato con il nuovo sistema che porterà Venis, la società del Comune incarica di gestire il sistema informativo delle sanzioni amministrative, a bandire una gara per trovare il partner specializzato al recupero dei crediti pendenti fuori Italia grazie ad una serie di banche dati a cui possono accedere. Il rischio adesso per i «furbetti» è di vedersi bloccato qualsiasi finanziamento, prestito o operazione bancaria a causa della multa non pagata, inserita tra i crediti pendenti una sorta di «fedina penale» economica sporca. «Un altro esempio di come l’informatica sia concretamente uno strumento utile all’efficacia amministrativa della città», sottolinea il direttore di Venis Alessandra Poggiani.
La sperimentazione dell’anno scorso ha permesso a Ca’ Farsetti di recuperare un milione di euro, di fatto il 50 per cento delle sanzioni non pagate. Ma da oggi la sicurezza è che prima o poi, quei soldi nelle casse del Comune entreranno. I problemi di indirizzo, notifica, raccomandata ormai sono state superate.