Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Effetto crisi e turisti su Mestre «spariscono» le case in affitto
Salgono domande e prezzi, ma anche gli alloggi per le vacanze: si guadagna il triplo
Carminati Anche in terraferma c’è chi compra per mettere a reddito con il turismo
MESTRE Allarme affitti a Mestre. Costano sempre di più ed è sempre più faticoso trovarne, in qualsiasi municipalità si cerchino. Il classico ago nel pagliaio per tantissime famiglie. Ma la domanda continua a crescere e, di conseguenza, i prezzi. Se fino a due anni fa, un monolocale, a Mestre, costava in media 400 euro al mese, oggi si parte da 550. Un bilocale - camera, bagno e angolo cottura - sale a 650 mentre due stanze con salotto e cucina arrivano a 850 euro. Per i pochi fortunati che li trovano. Il problema delle locazioni non riguarda solo le famiglie che cercano contratti di lungo periodo, i classici 4 anni che si rinnovano in automatico prima della scadenza, ma toccano anche lavoratori e professionisti che devono vivere in città solo per un periodo. «La richiesta di appartamenti in affitto di recente è cresciuta tantissimo - confemra Marco Carminati, affiliato Tecnocasa di Mestre e Spinea - di contro, l’offerta è sempre più bassa, abbiamo enormi difficoltà a rispondere alle esigenze dei clienti».
Non che manchino case e serva costruirne di nuove, la ragione del corto circuito tra domanda e offerta è la combinazione di due fattori: la crisi e il turismo. «In una città turistica come è la nostra, i proprietari preferiscono l’affittanza turistica: dà liquidità immediata, la casa resta libera, questo fattore sta sbilanciando il mercato - continua - di fronte all’incertezza della locazione tradizionale con alti tassi di morosità nei pagamenti ed enormi difficoltà a rientrare in possesso dell’alloggio, si sceglie la rendita sicura che offre il turismo». Nel Comune di Venezia, solo su Airbnb, sono pubblicizzati 6.985 affitti a fronte di 3.009 «host» (persone che affittano) con un guadagno medio all’anno di 33.194 euro lordi, un reddito ben più consistente della normale locazione e persino di uno stipendio. Il 10 per cento di queste locazioni turistiche è in terraferma e il dato è in continua aumento: 1.042 case, di cui solo 447 nel quartiere di via Piave, 146 a Marghera, altre 152 attorno a piazza Barche e piazza Ferretto. «Assistiamo anche a un altro fenomeno conclude Carminati - molti acquistano per mettere a reddito con le locazioni turistiche».
Il tema delle affittanze turistiche e delle trasformazioni del tessuto urbano ad essere collegato è al centro anche di un seminario di una cinquantina di studenti del Politecnico di Torino e laureandi dello Iuav di Venezia che si sono concentrati sull’area Piave,
Acquistare, in terraferma, è ancora conveniente, affittare un po’ meno. Dai dati del portale «Immobiliare.it» a Mestre le locazioni sono salite nel 2017 del 2,4 per cento e 60 metri quadri costano tra i 673 e i 720 euro al mese. Più convenienti Chirignago, Zelarino e Marghera che si attestano sui 550. «I mercati immobiliari di Venezia città e Mestre, pur essendo strutturalmente differenti, iniziano a mostrare comportamenti abbastanza simili - scrive il centro studi Nomisma nel “Rapporto sul mercato immobiliare di fine 2017” - Nel segmento della locazione la domanda è in netta ripresa ma l’offerta risulta in calo». Inoltre, sottolinea Nomisma, a Mestre le compravendite sono ripartite «grazie ad una maggiore propensione delle banche a concedere mutui e dall’assestamento delle locazioni sostenute soprattutto dalla residenza universitarie». In controtendenza con il sentire comune, a Venezia i canoni sono scesi dello 0,9 e 0,6 per cento mentre a Mestre ci sono state variazioni positive specie nelle zone centrali.