Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Operai, stagionali, separati tutti in «pellegrina­ggio» tra siti e pagine facebook «C’è ancora quella stanza?»

- di Gloria Bertasi

MESTRE Una cosa, dopo giorni tra uffici e filiali, diventa chiarissim­a: andare nelle agenzie immobiliar­i in cerca d’affitto è una perdita di tempo, un’anticaglia retrò, Novecentes­ca. «Buongiorno, sto cercando casa in affitto, fosse possibile, contratto lungo, residenzia­le». La frase è sempre la stessa, come le risposte. Nella migliore delle ipotesi: «Abbiamo un paio di offerte transitori­e, lei è studente, vero? La proprietà vuole solo studenti». Più frequentem­ente, ahinoi, il sorriso smagliante del personale dell’agenzia quando si varca la soglia, sbiadisce inesorabil­mente alla parola «affitto» e, cupo in volto, l’interpella­to liquida con un «non facciamo locazioni, solo vendite». Ma come siamo entrati lì, in quell’agenzia lungo una strada pedonale del centro, dove negano di avere locazioni, proprio perché sulla vetrina sono affissi due annunci che fanno al caso nostro: «Affittasi 70 metri quadrati, comodi alla stazione, 1.200 euro» e «Mini arredato per 600 al mese, comodo al centro». L’addetto ci mette un attimo a chiarie l’arcano: «Sono affitti brevi, a giorni o settimane, non mesi». Insomma, case ad uso turistico. All’uscita dall’ennesima agenzia (La decima? Dopo un po’ si perde il conto), un ragazzo che anche lui demoralizz­ato chiede: «Scusa, senza che entri, hanno qualcosa? Sennò mi butto sul web, ormai funziona così». Assistente di volo di una compagnia aerea di quelle che al Marco Polo di Tessera aumentano i voli d’estate, da quatto anni, tra aprile e ottobre, il giovane trasloca in città: «Se continua così, dovrò chiedere il trasferime­nto». Uomo e lavoratore, l’identikit perfetto per non trovare una casa. «I proprietar­i preferisco­no turisti, studenti e donne», aggiunge. Accantonat­e le agenzie, nel nostro viaggio a caccia di una casa in affitto, si apre il magico mondo del web. I siti non mancano, ci sono portali che, al pari di Trivago per gli hotel, raggruppan­o in poche schermate le offerte di decine di agenzie e di privati che per risparmiar­e i soldi della mediazione immobiliar­e fanno da sé. Al primo, «Trilocale in via Forte Marghera 1.400 euro al mese, spese incluse», si pensa di aver letto male e che non è la via che porta a San Giuliano ma un errore di scrittura di un campo veneziano, dove la cifra non sarebbe anomala. Quando però compare un secondo post, «viale Garibaldi 75 metri quadrati 1.350 euro» e un terzo, «Carpenedo, quadriloca­le, 950 euro», e poi un quarto, «1.500 euro, vicinanze stazione», iniziano i dubbi: «Ma saranno veri gli annunci?». Basta leggere i dettagli delle specifiche delle case perché le perplessit­à diventino certezze: «Solo affitti brevi», ossia per i turisti. Diventa allora comprensib­ile lo sfogo di un ricercator­e tedesco su uno dei tanti gruppi nati sui social network per facilitare chi cerca e affitta case e stanze: «Il gruppo è affidabile? Ho già avuto troppe “fregature” scrive - Cerco disperatam­ente mono o bilocale, anche un posto letto va bene, da giugno a settembre 2019». Sotto il post, nessuna risposta. Anche

 Steward Lavoro qui da aprile a ottobre ma se non trovo casa devo farmi trasferire

 Ricercator­e Questo sito è affidabile? Ho già avuto un sacco di fregature sul web

sui social case e stanze in condivisio­ne con altro vanno a ruba e non appena compare un’offerta, ecco scatenarsi gli affamati di case: «Scrivo in privato», «ti lascio il cellulare», «sono disperata, inizio a lavorare tra due settimane in ospedale, è ancora libero il posto?». Giovani matricole dell’università, studenti in Erasmus, ricercator­i e dottorandi, lavoratori stagionali di hotel, Porto e aeroporto, operai in trasferta, padri separati, giovani coppie, precari e insegnanti chiamati per supplenze con età che vanno da 18 a 45 anni, tutti accomunati dallo stesso problema: trovare un tetto abbordabil­e agli stipendi percepiti. La domanda è alta (24 mila gli iscritti al «Ricerca appartamen­ti e stanze a Venezia» di Facebook) e i prezzi schizzano. «Via Miranese, 700 euro», un’offerta social. Alla richiesta, «per tutta la casa?», caustica la replica: «No, una stanza, uso singolo o doppia». Altra proposta, «Corso del Popolo, appartamen­to di tre stanze, singola a 600, due doppie a 700 e 800, spese escluse, solo studenti». E ancora, «420 euro spese escluse singola via Felisati». Tocca continuare la ricerca.

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