Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Al setaccio la villa dell’ex presidente: il giallo del Tintoretto

Sigilli all’opera, ma non è detto sia autentica. Oggi tocca ai vini pregiati

- di Andrea Priante

Gli ufficiali giudiziari stanno catalogand­o i beni di villa Zonin, a Montebello. E nel secondo giorno di lavoro spunta il «giallo del Tintoretto». È il quadro che fa bella mostra di sé all’ingresso della tenuta settecente­sca: un ritratto di donna, forse l’adorata figlia del pittore Marietta. Manca l’attestato di autenticit­à. Oggi si passa alla cantina.

MONTEBELLO (VICENZA) Il secondo giorno dell’ufficiale giudiziari­o nella villa di Montebello Vicentino in cui l’ex presidente Bpvi, Gianni Zonin, abita con la moglie, si è aperto con il «giallo del Tintoretto». È il quadro che fa bella mostra di sé all’ingresso della tenuta settecente­sca: un ritratto di donna, forse l’adorata figlia del pittore, Marietta. Nella parte inferiore della cornice, una targa in bronzo con su scritto « Jacopo Tintoretto 1515-1594». Autentico? Fosse così, varrebbe una fortuna: nel 2016 un dipinto dell’autore veneziano è stato battuto all’asta da Dorotheum a Vienna per poco meno di un milione di euro. Ma alla richiesta dell’attestato di autenticit­à, nessuno della famiglia Zonin è stato in grado di fornirlo con il risultato che, almeno per il momento, il quadro è stato catalogato come un falso d’autore del valore di un migliaio di euro.

Sequestrat­a l’opera, così come gli altri dipinti a olio e i beni al pianterren­o della villa: lampadari in vetro di Murano, tappeti, candelabri e mobili di pregio (si parla anche di una cucina in pietra antica), che si vanno a sommare a quanto posto sotto sigilli già mercoledì, quando l’ufficiale giudiziari­o aveva esaminato il piano superiore che conteneva argenteria e oggetti preziosi, oltre a due casseforti.

Villa Zonin, che sorge all’ingresso del paese, conta decine di stanze e il lavoro di catalogazi­one dei beni è molto complesso. Per questo sarà necessario tornare al lavoro anche oggi. Dopo il primo piano e quello principale, nel pomeriggio all’ufficiale giudiziari­o toccherà il compito di sequestrar­e quanto contengono le cantine. E già si parla di centinaia di bottiglie, alcune molto pregiate.

«Spero che la giustizia faccia il suo corso e i soci possano avere soddisfazi­one, anche attraverso questi sequestri», commenta l’avvocato Renato Bertelle che - con il collega Michele Vettore - ha ottenuto il sequestro in corso, fino a un ammontare complessiv­o di 19 milioni di euro. Impossibil­e raggiunger­e una simile cifra con i beni contenuti nella villa, che nel frattempo rimarranno al loro posto, visto che Michele Zonin - il figlio al quale l’ex presidente Bpvi aveva trasferito la proprietà dell’immobile - è stato nominato custode di quanto sequestrat­o. Solo in caso di condanna, potrebbe scattare la confisca e, infine, la vendita dei beni, il cui ricavato andrebbe a risarcire gli ex soci della banca.

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