Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dopo l’hub, via libera ai privati L’aeroporto friulano e il rilancio

Inaugurato a Ronchi la nuova struttura. Al via la gara per un partner

- di Martina Zambon

TRIESTE Da un lato un nuovo hub intermodal­e dotato di stazione ferroviari­a, terminal per i bus e (finalmente) un parcheggio capiente. Dall’altro una gara europea per far entrare i privati nella compagine societaria al 45% con governance inclusa. E l’opzione, fra tre anni e a patto di aver centrato gli obiettivi fissati, di acquisire un ulteriore 10% assicurand­osi così il pieno controllo della società aeroportua­le. L’aeroporto giuliano di Ronchi dei Legionari, insomma, si posiziona sulla pista di decollo e punta, in futuro, a volare con i grandi abbandonan­do l’assetto attuale con il 100% delle quote alla Regione.

«Nel 2013 abbiamo ereditato uno scalo isolato e con forti perdite - spiega l’assessore regionale alle Partecipat­e del Friuli Venezia Giulia Francesco Peroni - ora finalmente i conti sono in ordine e si può procedere con il rilancio vero e proprio. E per attuarlo servivano questi due passaggi: collegare l’aeroporto e varare un fertile modello pubblicopr­ivato per la gestione».

Se il taglio del nastro per l’hub intermodal­e data qualche giorno fa, il bando di gara europea per convincere i player del settore a scommetter­e sul Friuli Venezia Giulia è in programma nei prossimi 15 giorni, il tempo dell’ultimo via libera formale da parte del cda della società aeroportua­le. E poi, a tamburo battente, la pubblicazi­one sulla Gazzetta Europea e due giorni dopo sulla Gazzetta Ufficiale.

Una piccola rivoluzion­e che potrebbe riguardare anche Venezia. In passato l’ipotesi di un «salvataggi­o» di Ronchi da parte del colosso Save appariva concreta. Non se n’è fatto più nulla e va detto che, a più riprese, Enrico Marchi, dominus della società che regna sugli aeroporti veneti, si è dichiarato ben poco interessat­o a un’espansione a est.

Leggendo gli stringenti requisiti previsti dal bando giuliano e il no comment di Marchi in questi giorni su di un possibile coinvolgim­ento veneziano, però, c’è chi bisbiglia che potrebbe tornare in auge l’ipotesi di una macroregio­ne dell’aria, per così dire. E c’è anche chi guarda alla candidatur­a blindata del leghista Massimilia­no Fedriga alle prossime regionali come al viatico politico ideale per dialogare con il Veneto.

Nel frattempo a Ronchi ci si gode il momento storico (dell’hub si parlava dall’88. Qualche polemica sui treni (54 regionali e qualche Freccia)che arriverann­o sì in aeroporto ma senza coincidenz­e con i voli. Limature necessarie. Più impellente, invece, l’aumento dei voli (soprattutt­o su Roma e Milano) che potrebbero ovviare alle difficoltà di collegamen­to ferroviari­o di Trieste e della sua classe imprendito­riale e politica.

La priorità, in questi giorni, però, resta la gara europea . «Il bando - spiega il direttore dell’aeroporto di Ronchi, Marco Consalvo -è rivolto ad operatori industrial­i di dimensioni significat­ive per numero di passeggeri e merci. Dovranno, cioè, avere una

world work load unit superiore a dieci milioni. In sostanza, società di gestione di grandi aeroporti o società che abbiano in portafogli­o degli aeroporti. Con Save non ci sono state verifiche specifiche. Posso dire che sarà una gara parecchio innovativa: orientata tutta sulla parte industrial­e. Per capirci, il piano industrial­e peserà per il 75% mentre l’offerta peserà solo per il 25%. Siamo piccoli, sì, ma con un margine di redditivit­à molto alto: quest’anno l’utile è stato di 5,6 milioni come margine operativo lordo e un utile netto di quasi 3 milioni».

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Nuovi spazi Lo scalo giuliano, oltre alla stazione ferroviari­a, al terminal dei bus e a un nuovo park, conta ora anche una sala congressi

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