Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bolzano ci prova «Cortina a noi»
Neppure il tempo di uscire dal pantano delle nomine dei presidenti di Camera e Senato che un drappello di neo senatori altoatesini della Svp, guidato per inciso dal nipote di Luis Durnwalder, Meinhard, depositava venerdì mattina un disegno di legge costituzionale per riesumare il passaggio di tre comuni dolomitici veneti a Bolzano. I referendum con cui nel 2007 Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia avevano espresso la volontà di passare all’Alto Adige, insomma, rimessi in pista nel primissimo giorno di attività a Palazzo Madama.
A volerla leggere come un segnale politico, non si può che considerarlo quasi un atto di belligeranza nei confronti del Veneto. L’ultimo, ad essere precisi, dopo il tira e molla fra Venezia, Trento e Bolzano in vista della candidatura di Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026. Ecco, Cortina, la perla dolomitica ambita che, però, si nega ritrosa. «Ah non lo sapevo – si stupisce il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina – francamente non siamo stati contattati anche se conosco Meinhard Durnwalder. E comunque la questione del passaggio all’Alto Adige non è proprio all’ordine del giorno. Come ho avuto modo di dire a Luca Zaia, per noi quella partita è sospesa. Siamo concentrati su ben altro: i mondiali 2021. E poi non dimentichiamo che abbiamo ancora una partita aperta, quella dell’autonomia del Veneto». Insomma, un garbato ma netto «no, grazie».Da dove nasce allora il ddl depositato insieme a Durni jr (mister preferenze, per altro, alle ultime politiche) dai due ex consiglieri provinciali
Dieter Steger e Juliane Unterberger?
La risposta è di Karl Zeller, veterano altoatesino di Palazzo Madama: «Si tratta di un disegno di legge costituzionale scritto da me, e che ora viene riproposto dai miei colleghi di partito, neoeletti al Senato. All’epoca dei referendum non se ne fece nulla, non c’erano le condizioni politiche, visto che anche i nostri alleati del Pd erano spaccati su questo tema. Ora invece c’è l’importante precedente di Sappada. E, in più, se dovesse profilarsi un’alleanza tra Cinque Stelle e Lega il quadro politico potrebbe essere favorevole. I pentastellati sono schierati in favore della democrazia diretta, e qui si tratta di dar seguito all’esito di un referendum, e non escludo che anche la Lega possa essere favorevole a questa scelta di distacco. Staremo a vedere, in ogni caso i tempi saranno necessariamente lunghi».
Sia come sia, i problemi di vicinato fra Veneto e Trentino Alto Adige si arricchiscono, così, di un nuovo fronte. Non bastassero il braccio di ferro con Trento sulla Valdastico Nord o i veti incrociati di Auronzo e Cortina sul tracciato del treno delle Dolomiti che tengono in scacco l’intero progetto.
Non stupisce, quindi, che una candidatura allargata per i prossimi giochi olimpici invernali si allontani sempre più. Tenta la ricucitura proprio Ghedina che dice: «Con Zaia abbiamo concordato una candidatura da allargare eventualmente anche al Trentino ed Alto Adige, siamo disponibili ad essere portabandiera delle Dolomiti». Un ramoscello d’ulivo che rischia di non essere colto.