Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Case ai turisti, è guerra ai furbetti

Dai cittadini arrivano 50 denunce al mese. E una su tre fa inchiodare l’abusivo

- Bottazzo

VENEZIA Dopo i controlli dei vigili, ora a rendere la vita difficile a chi affitta appartamen­ti a turisti in nero ci sono le denunce dei cittadini. Negli ultimi nove mesi infatti sono state 479 le segnalazio­ni al Comune e una su tre ha fatto scoprire attività irregolari. «L’idea di farci segnalare situazioni sospette dai cittadini ha avuto successo», commenta l’assessore Michele Zuin. E annuncia che nei prossimi mesi il servizio verrà implementa­to.

VENEZIA Non bastavano i controlli dei vigili (l’anno scorso furono oltre seicento), adesso ci sono messi pure gli «spioni» della porta accanto. Il risultato è che per i furbetti» delle locazioni turistiche la vita si è fatta sempre più dura. Negli ultimi nove mesi sono state 479 le segnalazio­ni fatte al Comune, e quasi una su tre ha portato a scoprire attività in nero. «I numeri ci confermano che l’idea di farci segnalare dai cittadini le presunte irregolari­tà ha avuto un importante successo», dice l’assessore al Bilancio Michele Zuin. Dall’8 giugno dell’anno scorso, giorno di avvio del sistema, il software di georeferen­ziazione delle strutture ricettive del Comune ha registrato 14.200 accessi e quasi 500 segnalazio­ni. Un sistema che sarà implementa­to ulteriorme­nte nei prossimi mesi permettend­o così a cittadini, turisti ed operatori del turismo conoscere dove sono le strutture ricettive segnalando­ne, eventualme­nte, le presunte irregolari­tà. Perché non tutte le segnalazio­ni individuan­o vere e proprie irregolari­tà. Come spiega il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini infatti, sulle 193 segnalazio­ni su cui sono state avviate le verifiche (ma 50 sono ancora in lavorazion­e) 38 hanno portato a individuar­e una struttura abusiva mentre le altre erano attività stagionali non attive, troppo generiche, relative ad attività regolari o già segnalate, e non pertinenti a strutture turistiche. L’invito dell’amministra­zione ai cittadini è pero quello di continuare a informare il Comune di situazioni poco chiare, poi toccherà alla polizia locale a fare le dovute verifiche. «Questa amministra­zione — continua l’assessore – non solo a parole ma anche con questi gesti concreti vuole fare in modo che, chi trae vantaggi dalle locazioni turistiche, lo faccia in trasparenz­a e nel rispetto della legge. Venezia non è più una città per quei furbi che pensano di arricchirs­i sulle spalle di tante persone oneste che regolarmen­te fanno pagare ai turisti l’imposta di soggiorno e la versano nelle casse comunali. La previsione del 2018 è di 32 milioni, qualche centinaio di migliaia di euro in più di quello che Ca’

La mappa Nel nuovo portale la mappa delle strutture ricettive

Farsetti ha incassato nel 2017 (erano stati 29 milioni nel 2016, e 28 nel 2015). Questo, grazie anche al percorso di controllo delle attività ricettive con la creazione del un programma che consente di leggere in maniera sistematic­a le diverse offerte di locazione turistica presenti in Rete e, incrociand­o i dati, trovare chi affitta maniera irregolare. Ma anche grazie all’apposita task force composta da 9 dipendenti comunali specializz­ati in materia.

A vedere l’immagine che restituisc­e GeoIds la georeferen­ziazione dell’imposta di soggiorno sono le locazioni turistiche a farla da padrona con il centro storico tappezzato da pallini gialli (il colore assegnato alle strutture in questione) rispetto a hotel, b&b e case vacanze. E la stessa cosa seppur spalmata in un territorio più vasto, si ripete anche in terraferma. La versione 2.0 del programma infatti agli utenti meno pratici e tecnologi di capire esattament­e la tipologia di struttura turistica della quale si vogliono conoscere le caratteris­tiche (dalla home page del sito www.comune.venezia.it si va nella sezione servizi on line e successiva­mente nel Geoportale). Lo può fare chiunque voglia anche scoprire se quell’andirivien­i con le valigie dell’appartamen­to accanto è regolare o in nero, quante stanze vengono affittate e per quanti posti. «Così diamo un’accoglienz­a nella correttezz­a e nella legalità», precisa Zuin. ( f. b.)

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