«Le 4 Ciacole» nella Bassa al profumo di salame

C’è Verona e c’è la Bassa. Se nel laborioso capoluogo scaligero vige il detto «Co le ciàcole no se impasta fritole», nella Bassa, la grande pianura a Sud della città, terra di risaie, fiumi, risorgive, la ciacola è l’essenza stessa della vita: «…tra na partia a carte e un bicèr de rosso, qualche feta de salado, quatro ciacole e ridar a più non posso…Questo l’è star ben in compagnia senza farse ciapàr da la vita che la par na spìa de gran che la scapa via…». Recita così il menù della Locanda Le 4 Ciacole di Roverchiara (Piazza Vittorio Emanuele 10, tel. 0442/685115) uno dei locali in cui sono stato meglio negli ultimi anni. Appena si entra nelle sale rustico-eleganti si viene quasi inebriati dal profumo di salumi e formaggi che affollano il bancone. Prodotti unici che Tiziano Scandogliero cerca e ricerca da anni: il meglio del meglio della produzione italiana e non solo. Cominciate dunque, o finite, o comunque perdetevi in una selezione di salumi o di commoventi formaggi. Passate al menù con le Coscette di rana verde italiana di risaia, fritte su crema alla maître d’hotel o i Bogoni giganti Pomatia (lumache) con pesto al prezzemolo - due antipasti che dimostrano come si possa intelligentemente coniugare il mondo con il chilometro zero - con i Ravioli con l’anatra muta, cuoricini di radicchio e nocciole o i Tagliolini con stracotto di guancia di puledra su vellutata di carote al rosmarino, con l’Anguilla di Comacchio alla brace su saor di cipolla ai frutti di bosco (molto buona) o il Guanciale di vitello da latte brasato all’Amarone (morbidissimo). Tra i dolci ricordo la Frittella con uvetta su crema di mascarpone al rhum e il divertente Sorbetto al bergamotto, sfogliatine d’ananas e polvere di Campari. Pane e grissini da urlo, servizio cordialissimo, vini incredibilmente interessanti (la carta è curata da Marco, figlio di Tiziano, miglior sommelier veneto nel 2016). Si può stare sui 60 euro a testa. Felicità assoluta.