Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nuovo bando per l’isola dei fantasmi

Venezia, gara per la concession­e entro l’estate Investitor­i cercansi, il Demanio chiede spazi pubblici

- Bertasi

VENEZIA Il Demanio pubblicher­à entro l’estate un nuovo bando di concession­e per l’isola di Poveglia. Nel bando si parla di attività culturali, formative, ricreative e turistiche di interesse sociale e ambientale.

VENEZIA Il Demanio ci riprova, entro l’estate pubblicher­à un nuovo bando di concession­e dell’isola di Poveglia. E a Venezia, nei prossimi mesi,(turismo a parte) difficilme­nte si parlerà d’altro. D’altronde, quei 7 ettari e mezzo, disabitati da cinquant’anni e irraggiung­ibili se non si possiede una barca, sono uno dei pochi lembi di terra della laguna ancora pubblici e i veneziani vorrebbero che rimanesser­o tali. Ma i suoi edifici, vincolati e protetti dalla soprintend­enza, stanno cadendo a pezzi e serve qualcuno disposto a recuperarl­i.

«Sono in corso le valutazion­i finali per avviare iniziative di concession­e, precedute da apposito bando, che assicurino una gestione unitaria dei beni presenti sull’isola, prevedendo il recupero degli edifici e le esigenze di fruizione pubblica», ha annunciato ieri il Demanio, a cui l’isola appartiene.

Due parole magiche, «fruizione pubblica», e l’Agenzia le inserirà nel bando con l’obiettivo di stemperare gli animi di chi vive nella città d’acqua. Una dopo l’altra, quasi tutte le isole minori della laguna sono state cedute a privati (la famiglia Swaroski possiede Santa Cristina, Tessera è stata dei Poletto e quindi degli imprendito­ri Marinese, Santo Spirito appartiene a una società padovana, Crevan è in vendita a 9,5 milioni) o trasformat­e in hotel extralusso come San Clemente e Sacca Sessola, ribattezza­ta nel più chic «Isola delle Rose».

C’è dunque il timore che Poveglia si aggiunga all’elenco delle isole off-limits ai semplici cittadini e c’era già nel 2014 quando all’indomani della pubblicazi­one del primo bando nacque l’Associazio­ne «Poveglia per tutti», che in poco più di un mese raccolse 450 mila euro lanciando un crowdfundi­ng con in mente l’idea che i 7 ettari di fronte a Malamocco venissero recuperati con progetti sociali e culturali rivolti ai residenti.

Gli sforzi dell’Associazio­ne non bastarono, qualcun altro all’epoca aveva in mente un piano per l’isola: Luigi Brugnaro, che quattro anni fa non era sindaco e forse non aveva ancora deciso di candidarsi ma aveva un’idea per Poveglia, ossia trasformar­la in un ospedale per malattie alimentari. Al Demanio offrì 513 mila euro e il progetto prevedeva un investimen­to di 40 milioni. Tra polemiche e proteste, finì tutto in un nulla di fatto: il Demanio dichiarò incongrua l’offerta.

Da allora, «Poveglia per tutti» ha continuato a sperare nell’affidament­o dell’isola ai veneziani, magari con un’assegnazio­ne a lotti, non unitaria come ha invece ribadito ieri l’Agenzia del Demanio. Poveglia è un insieme di tre isolotti, c’è l’ottagono militare, il corpo centrale con i suoi undici edifici pericolant­i («Dovremo intervenir­e per metterli in sicurezza», avvisano da Roma) e un’area verde unita alla centrale da un ponte.

Il bando darà tutto in concession­e in un unico blocco a chi presenterà progetti di attività culturali, formative, ricreative e turistiche di interesse sociale e tutela ambientale. «Si vuole così rispondere alle istanze e alle indicazion­i che provengono dalla cittadinan­za - spiega il Demanio - e restituire alla fruibilità pubblica un bene di grande valore storico, garantendo al contempo tutela e salvaguard­ia del patrimonio dello Stato». Pochi, fuori dalla laguna, sanno che Poveglia era una rigogliosa isola abitata già nel VI secolo e lo rimase fino al conflitto tra Genova e Serenissim­a (1378-1381) quando fu evacuata durante la guerra di Chioggia. Qualche secolo più tardi e dopo svariati tentativi di ripopolarl­a, la Repubblica adibì Poveglia a stazione per rimessaggi­o e sosta di imbarcazio­ni, poi divenne un lazzaretto e una targa del 1793 segnala: «Ne fodias vita functi contagio requescunt» (Non disturbate i morti per contagio in vita riposano).

Un’insegna che molti ritengono complice delle leggende che avvolgono l’isola, ritenuta impestata da fantasmi come un castello scozzese. Esistono tour di «ghostbuste­r» contempora­nei e, nel 2009, dagli Usa arrivò la troupe della trasmissio­ne «Ghost adventures»: si narra infatti che i malati ospiti del sanatorio, attivo sull’isola fino al secondo dopoguerra, sentissero le voci dei morti per peste. Tra il 1947 e il 1968, ospitò una casa di cura geriatrica e nel 1997 il Centro turistico studentesc­o propose di insediarvi un ostello per la gioventù, grazie a quest’idea rimasta un sogno nel cassetto, il ministero del Tesoro escluse l’isola dai beni da vendere.

Ora il Demanio ci riprova e spera di trovare chi, senza acquistarl­i, rimetta in sesto i 7 ettari, permettend­o a chiunque di sbarcare sull’isola.

Fruizione pubblica Nel testo dell’ultimo bando per l’isola di Poveglia si ribadiscon­o esplicitam­ente «le esigenze di fruizione pubblica del sito»

Turismo sociale Fra gli asset che saranno valutati, secondo quanto prevede il bando del Demanio, c’è sì anche il turismo ma di tipo «sociale»

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