Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Speculazio­ne e ricatto» L’appello al sindaco

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«Stiamo vivendo in un incubo, fin da subito la nuova impresa ha fatto capire di non voler assorbire tutti i lavoratori, chiedendo di esaminarci secondo criteri poco chiari. Poi ha proposto un accordo che il sindacato ha giudicato irricevibi­le, ma oltre alla dignità c’è la pancia da riempire, ecco perché in 11 hanno accettato». Davanti alla prima e alla sesta commission­e consiliare Mariangela D’Alessandro, delegata Filcams e lavoratric­e dei bookshop della Fondazione Musei Civici, ha riassunto il difficile passaggio di gestione, la voce rotta dal pianto. Per tre ore i consiglier­i hanno ascoltato le testimonia­nze dei lavoratori delle librerie, ma anche i colleghi degli altri tre appalti: pulizie, caffetteri­e e vigilanza dei musei, dei rappresent­anti Cgil e dei tecnici della fondazione. «I bandi sono tutti conclusi – ha ricordato l’assessore Francesca Zaccariott­o – In due casi, vigilanza e pulizie, le offerte sono state considerat­e anomale e la cordata che ha vinto sui servizi di guardiania ha presentato ricorso al Tar, che si esprimerà il 4 aprile». Tutti gli appalti, però, presentava­no una clausola sociale non vincolante, ma subordinat­a alle esigenze delle aziende e alla capacità dei lavoratori di corrispond­ere agli standard indicati negli stessi bandi; proprio questo ha permesso al consorzio Museum Musei, vincitore dei bookshop, di chiamare solo 14 su dipendenti su 17. «Undici hanno accettato di rinunciare all’anzianità, pur di non perdere il lavoro – ha ribadito Monica Zambon, segretaria generale Filcams – ma si è trattato di un ricatto, un esempio di quella forma di speculazio­ne che temevamo». Anche il segretario veneziano del sindacato Enrico Piron a distanza ha sottolinea­to la stortura: «I contratti di riferiment­o non possono avere degli sbalzi, il valore economico del lavoro non può cambiare». Eppure, come hanno assicurato Mattia Agnetti per la fondazione e Marzio Celesin per il Comune, i bandi sono stati redatti seguendo le linee guida dell’autorità nazionale anticorruz­ione. «Perché allora quelli per altre società partecipat­e presentano una clausola sociale più stringente?», hanno chiesto Monica Sambo (Pd) e Silvana Tosi (Lega). «Tutte le opposizion­i avevano presentato un anno fa una mozione per discutere questo problema – ha ricordato Sara Visman (M5s) – Ma non è mai stata discussa». A chiudere il confronto, che sarà aggiornato convocando anche il sindaco, la raccomanda­zione di Francesca Faccini (lista Casson): «Passa-re da un contratto con anzianità ad uno con tutele crescenti è insolito, dovremmo almeno vigilare su questo fronte». (gi. co.)

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