Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
A Villa Pisani il Grand Tour delle immagini
Oltre 100 opere in mostra a Villa Pisani, da Roiter a Campigotto
Dalle settecentesche vedute di Giuseppe Zais che restituiscono eleganti scene campestri, alle immagini full color di Franco Fontana, capaci di trasportare lo sguardo tra le maglie di scenari al confine tra rappresentazione e astrazione.
È un viaggio e una riflessione intorno al rapporto uomo-mondo quella che offre fino al 4 novembre il Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra (Venezia) con la mostra «Paesaggio. Antiche Memorie e Sguardi Contemporanei» - promossa dalla Direzione del Polo Museale del Veneto, organizzata e realizzata da Munus, patrocinata dal Comune di Stra - , che propone oltre cento opere, tra fotografie e dipinti, in quattro sezioni: una collettiva che è anche un pezzo di storia della fotografia, un capitolo dedicato alla Riviera del Brenta nel secolo scorso, gli affreschi del XVIII secolo della villa e un’installazione immersiva e multisensoriale in un luogo speciale. Realizzata in collaborazione con Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, l’importante sezione contemporanea dell’esposizione presenta una serie di scatti dal 1940 ai giorni nostri. Introdotti dal lirismo e neopittorialismo delle istantanee di Giuseppe Cavalli, una carrellata di visioni a immortalare lo Stivale in lungo e in largo, a registrare come fanno i sismografi i cambiamenti del paesaggio e dell’urbanizzazione.
Le Venezie di Fulvio Roiter e Gianni Berengo Gardin, l’indagine alternativa del «Viaggio in Italia» di Luigi Ghirri, le geometrie e i cromatismi assoluti del citato Fontana, lo stile documentale e analitico di Gabriele Basilico mirato a enfatizzare la complessità urbana contemporanea. E ancora, Luca Campigotto, Oliviero Barbieri, Francesco Radino, Bruno Cattani, Carla Cerati.
Il focus sulla Riviera del Brenta è costituito da fotografie giunte dalla Fondazione Mazzotti di Treviso che ritraggono i paesaggi incantanti lungo il fiume, da Padova a Venezia, negli anni Cinquanta e Sessanta del ’900.
Sono 38 le tele di Zais (1709-1784) che ornano alcuni saloni al piano nobile della maestosa dimora, tra scorci fantastici e verdi distese con castelli, conventi, mulini abitati da contadini, cavalieri, coppie di innamorati e bambini che giocano, ma anche panorami cittadini italiani ed europei. Infine una chicca: la «Finestra sul paesaggio» nella Coffee House, settecentesco tempietto sulla collinetta con affaccio sul famoso labirinto della residenza, normalmente non accessibile al pubblico; all’interno un ambiente irreale che avvolge con proiezioni digitali di luoghi dall’effetto straniante.