Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Baita, due processi L’abuso d’ufficio resta a Milano, corruzione a Como

- Giacomo Costa

VENEZIA Il processo sull’Expo di Milano si sdoppia in due per l’ex presidente di Mantovani Piergiorgi­o Baita. Una parte, quella più grave, nella quale deve rispondere di corruzione, ricettazio­ne e turbativa d’asta andrà di fronte al tribunale di Como per la prima udienza dell’11 ottobre e con lui ci saranno anche Franco Morbiolo, ex presidente del Coveco (il consorzio delle cooperativ­e, oggi Kostruttiv­a), e l’architetto lombardo Dario Comini; l’altro filone resta invece a Milano e Baita, a partire dal 7 giugno, dovrà difendersi dall’accusa di tentato abuso d’ufficio in concorso con Angelo Paris, all’epoca direttore di Expo 2015. Lo ha deciso ieri il gup di Milano, che ha prosciolto il sindaco di Milano (ed ex ad di Expo) Giuseppe Sala. Baita e Paris, secondo l’accusa, avrebbero tentato, nei primi mesi del 2014, di chiudere un accordo transattiv­o troppo favorevole ai privati sulla «piastra», il principale appalto dell’Expo, che Mantovani aveva vinto con un ribasso clamoroso del 42 per cento (149 milioni rispetto a una base d’asta di il varco sbarrato; è stato in quel momento che, capendo che sarebbe rimasto a terra, ha deciso di superare le porte che danno sulla pista e provare a guadagnare il suo posto con una corsa. Ha schivato il personale di guardia, forzato la porta – che non può essere bloccata completame­nte per non impedire la fuga in caso di emergenze – e si è lanciato, solo, all’esterno. La sua fuga è durata tre minuti, prima che riuscisser­o a fermarlo. Stando a quanto riferiscon­o gli agenti intervenut­i, l’uomo ha risposto alle domande sul suo gesto in maniera banale, quasi che il suo fosse un comportame­nto logico e naturale e non una palese violazione delle procedure di sicurezza di un aeroporto, specie in tempi di tensioni internazio­nali.

In realtà il siciliano aveva già superato regolarmen­te metal detector e check-in, quindi su di lui e nella borsa che portava a tracolla non poteva esserci niente di pericoloso.

L’uomo ora dovrà pagare una multa salata – quasi duemila euro – visto che con il suo comportame­nto ha infranto numerose norme di sicurezza dello scalo di Tessera. In più, sarà costretto a comprare un altro biglietto aereo: tra accertamen­ti e sanzioni il suo volo è comunque partito senza di lui, rendendo del tutto vana la sua «impresa». 272). I due infatti si stavano accordando su una cifra di 55 milioni, che poi – dopo l’arresto di Paris per altre vicende – vennero ridotti a 29,5 e infine a 18. Ma il filone più grave riguarda proprio le fasi precedenti la gara, nella primavera del 2012. Nella ricostruzi­one della procura generale, che aveva riaperto il caso dopo averlo avocato ai pm milanesi in seguito alla richiesta di archiviazi­one, Baita e Morbiolo avrebbero ricevuto in «anteprima» da Comini, dipendente di Metropolit­ana Milanese – a cui Expo aveva affidato la realizzazi­one dei progetti – i file di gara; in più ci sarebbe stato un incontro nel suo studio di Lecco (ecco perché il processo finirà a Como), che avrebbe «turbato» la gara. L’accusa di ricettazio­ne nasce dal fatto che quei file sarebbero stati «rubati» da Comini dal server. In cambio, da cui l’accusa di corruzione, avrebbe ricevuto una consulenza di 30 mila euro da una delle società del Coveco, in realtà pagata da Mantovani con un giro di fatture false. (a.zo.)

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