Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il quartiere fantasma nel cuore di Marghera L’ipotesi demolizione
VENEZIA Imposte sbarrate con assi e chiodi, finestre sigillate con la schiuma ad espansione, porte blindate con lastre d’acciaio. E poi cornicioni pericolanti, intonaci punteggiati di infiltrazioni, sottoservizi mancanti o a singhiozzo, tra cartacce, lattine vuote e siringhe. Nel cuore di Marghera, alle spalle del complesso che ospita il mercato e la biblioteca, sorgono sei condomini gemelli da otto appartamenti, tutti di proprietà del Comune – che li ha acquisiti anni fa dal Demanio – e in gran parte sfitti. «In queste condizioni non sono assegnabili – ha spiegato il presidente della Municipalità, Gianfranco Bettin, che ieri ha riacceso i riflettori sul caso – Eppure siamo in pieno centro città, possibile che manchi del tutto un progetto per l’area? Insula è stata contattata più volte, ma non ha mai dato spiegazioni». Gli stabili sono stati costruiti nel dopoguerra, e la gestione è passata da Stato ad Ater e poi Comune. «Io sono qui dal 1946, nella mia scala siamo rimasti in due – racconta Gianni Trovò – Sono costretto a scaldarmi con una stufa a gas, perché non c’è il riscaldamento. È impossibile mantenere il palazzo se siamo così pochi».
Alle critiche risponde il vicesindaco Luciana Colle, delegata alla Casa: «Abbiamo delle idee ma preferiamo lavorare sotto silenzio, senza grandi proclami». L’amministrazione starebbe valutando se sia più efficiente un piano di recupero o un abbattimento, ovviamente dopo aver trovato un’altra sistemazione ai residenti: «Stiamo già individuando residenze adeguate, che tengano anche conto delle diverse necessità degli inquilini», conclude. (gi. co.)