Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fulmine brucia la quercia secolare
L’albero è un monumento di Fossalta di Portogruaro. Tre ore di lavoro per salvarla
FOSSALTA DI PORTOGRUARO Uno squarcio nel cielo, un tuono che si abbatte a terra e poi le fiamme, che consumano il legno anche sotto la pioggia battente. Sono bastati pochi istanti per mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’enorme quercia secolare di Villanova di Sant’Antonio, a Fossalta di Portogruaro: ieri mattina, prima delle 9, un fulmine ha centrato l’albero monumentale, mandandolo a fuoco. I pompieri hanno dovuto lavorare tre ore per salvarla.
FOSSALTA DI PORTOGRUARO Uno squarcio nel cielo, un tuono che si abbatte a terra e poi le fiamme, che consumano il legno anche sotto la pioggia battente. Sono bastati pochi istanti per mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’enorme quercia secolare di Villanova di Sant’Antonio, a Fossalta di Portogruaro: ieri mattina, prima delle 9, un fulmine ha centrato l’albero monumentale, scaricandosi sul tronco cavo con violenza. All’arrivo dei vigili del fuoco i pezzi di legno bruciato erano sparsi sull’erba e sui vialetti intorno. Gli specialisti del 115 hanno raggiunto la farnia in fiamme in pochissimo tempo, per l’immediata segnalazione dei cittadini, mentre il sindaco ha chiamato il «dottore» della pianta, l’agronomo che da tempo la segue. Ma salvarla è stato complicato. Il fulmine aveva scatenato un principio d’incendio all’interno del tronco, dove il legno era più umido e se da un lato questo ha assicurato la sopravvivenza della pianta, che non è stata colpita nei suoi punti più vitali, dall’altra ha reso difficile l’intervento con le pompe dei vigili del fuoco. La soluzione è stata una sonda ad alta pressione, messa a disposizione da una ditta privata, che ha permesso di spegnere le fiamme e mettere in sicurezza la farnia, dopo tre ore.
La quercia non è solo un «albero», è un monumento, un pezzo di storia del Veneto, oltre che di Fossalta. Ha un’età tra i 500 e i 600 anni, pur appartenendo ad una specie estremamente comune in Europa, è uno degli esemplari più grandi e longevi d’Italia e per questo è protetta dal ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali. Viene citata per la prima volta in un documento del 1585 e chiamata «Rovere della vicinia», perché attorno all’albero si svolgevano le riunioni dei capifamiglia del luogo.
Una «vecchina» acciaccata ma arzilla. E paradossalmente, protetta anche dall’infestazione di coleotteri cerambicidi (cerambyx cerdo): nocivi per il legno, gli insetti sono però a loro volta tutelati perché a rischio estinzione visto che rischia di estinguersi il loro habitat, la quercia. «I germogli sono sani – spiega Andrea Maroè, responsabile delle piante monumentali per il Friuli Venezia Giulia e da anni curatore della quercia di Villanova – certo, come per un’anziana signora, un colpo all’anca sarebbe fatale, la vera preoccupazione è sempre quella strutturale». Già oggi la farnia è fasciata con delle cinghie e assicurata ad un sostegno posteriore,ora si farà di più: «Stanziamo sempre fondi per la sua cura e manutenzione – ricorda il sindaco Natale Sidran — abbiamo in programma di aggiungere un secondo sostegno laterale e inspessire le cinghie di sicurezza».
L’agronomo E’ una vecchietta piena di acciacchi ma arzilla
Il sindaco Stanzierò altri fondi per metterla più in sicurezza