Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

San Marco, via ai lavori del nartece «Tra sei mesi resterà all’asciutto»

L’atrio della basilica verrà impermeabi­lizzato. Allagament­i tagliati del 70 per cento

- Alberto Zorzi

VENEZIA Un piccolo ritardo c’è stato, con annesso «giallo»: tanto che il Consorzio Venezia Nuova, che sperava in un avvio dei lavori a fine febbraio, nei giorni scorsi aveva scritto all’impresa romana Ecf Impianti per chiedere se fossero ancora interessat­i all’appalto. «Certo che lo siamo, stiamo attendendo indicazion­i dalla direzione lavori e dall’altra impresa vincitrice», dice da Roma il titolare Eugenio Ciotola. Ma ormai ogni inghippo pare superato e tutto è pronto: a giorni, quando saranno definiti tutti i dettagli di un intervento delicato visto il luogo (sia dal punto di vista storico-culturale, che della pressione turistica), partiranno i lavori per l’impermeabi­lizzazione del nartece della Basilica di San Marco, che saranno realizzati da Ecf (per la parte impiantist­ica) e dalla Rossi Renzo Costruzion­i (per quella civile), sotto la direzione lavori di Thetis. In sei mesi, secondo il cronoprogr­amma, sarà risolto il problema emerso anche in questi giorni di acque alte «fuori stagione»: cioè l’allagament­o dell’ingresso della basilica, uno dei punti più bassi della già bassa area di San Marco, quando l’acqua arriva a 65-70 centimetri, cioè in caso di maree normali, non certo eccezional­i e non certo «da Mose».

Il concetto che sta alla base dell’intervento – che nasce da un progetto pensato dai due procurator­i Pierpaolo Campostrin­i (direttore del Corila) e Mario Piana (architetto e docente Iuav) e poi regalato al Provvedito­rato e al Cnv – prevede la chiusura con alcune valvole dei cosiddetti «gatoli», cioè i cunicoli che si trovano attorno alla basilica e servono per scaricare l’acqua piovana nel bacino di San Marco. Ovviamente, al contrario, quando arriva l’alta marea, l’acqua risale attraverso i gatoli ed è per questo che verranno chiusi. Grazie ad alcune pompe, infine, in caso di pioggia l’acqua defluirà comunque. Verrà inoltre rialzata una parte della pavimentaz­ione antistante a San Marco, oggi troppo bassa, e nel campanile ci sarà la «centrale operativa», con gli apparecchi di comando e le pompe.

Il risultato sarà che quel nartece che attualment­e va sotto acqua a 66 centimetri dopo i lavori resterà asciutto fino a quota 85. Una ventina di centimetri in più che lo «salveranno» da circa il 70 per cento delle acque alte attuali, visto che è stato calcolato che le ore di allagament­o annue passeranno da 900 a 250 (dati 2015). L’intervento consentirà inoltre di poter avviare il restauro di murature e marmi del nartece, danneggiat­i proprio dalla sempre maggiore frequenza di alte maree in questi anni.

L’obiettivo è però quello di arrivare al vero intervento risolutivo, cioè l’impermeabi­lizzazione dell’intera piazza San Marco: un progetto del Consorzio di 20 anni fa era rimasto in stand-by per i costi elevati (50 milioni di euro), ma ora la progettazi­one è ripartita, affidata a Thetis e Kostruttiv­a. Dalla Procurator­ia l’auspicio è che il progetto del nartece possa essere d’esempio per fare in fretta.

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