Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Esce di strada, si schianta sul muretto muore a 19 anni mentre va a lavorare
Cristian Stevanato forse colpito da un malore. «Era un ragazzo educato e generoso»
MIRA Potrebbe aver avuto un malore o essersi distratto per un istante. Un attimo che gli ha fatto perdere il controllo dell’auto, che è finita fuori strada e si è schiantata contro un muretto. Fin da subito i soccorritori hanno capito che le sue condizioni erano gravissime e la corsa disperata al pronto soccorso non è bastata: Cristian Stevanato è morto ieri mattina all’ospedale Dell’Angelo di Mestre.
Cristian aveva 19 anni e viveva a Malcontenta insieme al padre Giorgio. Da qui, da una casa in via Lago d’Idro, era partito intorno alle 7, probabilmente per andare al lavoro, ma non è mai arrivato a destinazione. Mentre percorreva via Malpaga a Olmo di Mira, la macchina che guidava, una Renault Clio del padre, è uscita di strada. Secondo una prima ricostruzione della polizia locale di Mira, sull’asfalto non è stato rilevato alcun segno di frenata. Aspetto, questo, che porta gli investigatori a pensare che il giovane possa essersi sentito male mentre era alla guida o essersi distratto per pochi attimi. La Renault, dopo aver sbandato, è finita dritta contro un muretto di cemento che recinta un’abitazione della zona. L’impatto è stato violentissimo, tanto che l’utilitaria si è accartocciata nella parte anteriore e il boato ha attirato l’attenzione dei residenti che sono subito usciti. Sono stati loro i primi a lanciare l’allarme.
Cristian Stevanato era intrappolato nell’abitacolo e non si muoveva. In pochi minuti i vigili del fuoco, un’ambulanza e la polizia locale hanno raggiunto il luogo dell’incidente. I pompieri hanno liberato il corpo del ragazzo dalle lamiere e lo hanno affidato scontrandosi a oltre 100 all’ora con un furgoncino che arrivava in senso contrario: nello schianto erano morti Michele Costantini, 62enne titolare di una pescheria a Ca’ Savio, e Antonio Ferro, 50enne di Cavallino e proprietario di un banco di pesce. Entrambi stavano andando all’alba a Venezia per comprare il pesce al mercato ittico. La difesa aveva provato a sostenere la tesi di un malore, che però il giudice Sara Natto non ha ritenuto fondata.
Il giudice ha anche condannato l’uomo a risarcire i parenti di Ferro, che si erano costituiti parte civile con gli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani. I prossimi congiunti di Costantini, invece, erano già stati risarciti grazie a un accordo tra il loro legale Augusto Palese e l’assicurazione di De Alteriis. (a. zo.) agli operatori del 118, che lo hanno trasportato al pronto soccorso di Mestre dove è deceduto quasi subito. Ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato inutile.
Poco dopo lo hanno raggiunto i genitori. Cristian lascia il padre Giorgio, la madre Barbara, che vive a Camponogara, dove ha lavorato come bidella alla scuola elementare e ha prestato servizio come volontaria per la protezione civile, e due fratelli: Linda e Manuel. Il 19enne lavorava per la Tim e, pur vivendo a Malcontenta, frequentava spesso Dolo e Camponogara, dove aveva le sue amicizie. Si era diplomato all’Enaip di Dolo, specializzandosi nel settore della ristorazione, e aveva una grande passione per i manga giapponesi. Amava il calcio, era tifoso del Milan e gli piaceva seguire il wrestling. «Un ragazzo educato, rispettoso – lo ricordano alcuni vicini di casa - Aveva preso la patente da poco. Era un giovane con la testa sulle spalle».
Gli amici, appena saputo dell’incidente, hanno cominciato a ricordare i bei momenti passati insieme e a dedicargli messaggi d’affetto sui social network. Vivace, generoso, Cristian amava molto anche gli animali. «Eravamo molto legati – racconta un’amica -. Spesso, quando eravamo piccoli, io andavo a casa sua e lui veniva da me. Proprio domenica dopo anni ho aperto lo scatolone con tutte le nostre foto insieme. Cristian era una persona molto dolce e altruista. Ricordo che da piccolo mi regalava sempre le sorprese delle merendine o degli ovetti Kinder». ● ● ●