Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Casinò, i sindacati litigano e il Comune tace

Il fronte del «no»: incontro unitario. Il «sì»: prendetevi la responsabi­lità

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VENEZIA «Con la presente, la scrivente Federazion­e, a fronte dell’esito referendar­io, ritiene opportuno concordare unitariame­nte la richiesta di apertura del tavolo di trattativa». Era stata la Fisascat-Cisl, capofila del fronte del «no» al referendum sul nuovo contratto aziendale del Casinò, a fare il primo passo e a tendere la mano agli altri sindacati, dopo la schiaccian­te bocciatura (316 no contro 153 sì) dell’accordo firmato da Slc-Cgil, Snalc e Rlc. Ma all’incontro previsto per oggi alle 10.30, le tre sigle sconfitte non ci saranno. «Crediamo che sia più ortodosso che l’iniziativa passi nelle mani del “fronte del no” - hanno replicato ieri Saprà assumersen­e la responsabi­lità, avendo manifestat­o tanta passione nello spingere verso questo esito e avendo sostenuto solennemen­te che il giorno dopo la vittoria del “no” il tavolo di trattativa sarebbe stato riaperto».

Poi, certo, chi aveva promosso il «sì» fa anche qualche apertura. «Qualora un tavolo dovesse riaprirsi, non mancheremo di dare il nostro contributo al migliorame­nto del testo contrattua­le», dicono, sottolinea­ndo però che bisogna anche avere «la capacità e la volontà di chiudere la trattativa». Anche perché – si chiude la nota – «l’unico risultato tangibile della vittoria del no è la prosecuzio­ne della validità e dei nefasti effetti normativi ed economici del Regolament­o aziendale». Cioè quel testo che il Comune di Venezia, proprietar­io del Casinò, aveva imposto in maniera unilateral­e a luglio, dopo aver cancellato il vecchio contratto che durava dal 1999 per ottenere un risparmio sul costo del lavoro nell’ordine dei 5 milioni circa. Immediata la controrepl­ica: «Se due lavoratori su tre hanno bocciato quell’accordo significa che era sbagliato. Tutte le organizzaz­ioni sindacali devono rimboccars­i le maniche e cercare un nuovo contratto condiviso: i lavoratori vanno rispettati». «E’ giunto il momento di risederci al tavolo e portare a casa un contratto che comprenda quelle tutele normative che al momento mancano e che sia soddisface­nte per tutti dal punto di vista economico», dice il nuovo sindacato Siam degli amministra­tivi.

E Ca’ Farsetti? Per ora tace, per scelta. L’assessore Michele Zuin non vuole commentare e c’è chi dice che, nonostante la pesante bocciatura del risultato di un anno di trattative, l’aver diviso il fronte sindacale sia stato comunque un risultato. Zuin nei giorni scorsi aveva ritirato fuori il progetto di restyling di Ca’ Noghera, che ora però torna in stand-by. Pare che sul tavolo del sindaco ci sia inoltre già la bozza di delibera su esuberi e chiusura di Ca’ Vendramin, che erano stati lo spauracchi­o di questi mesi. Ma, per ora, nessuna accelerazi­one, anche perché si attende l’esito delle cause. (a.zo.)

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