Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sì al primo contratto dell’Usl unitaria

Sigle e azienda soddisfatt­e. Ma ora si torna a trattare per il 2018

- Gi. Co.

VENEZIA «Ci sono voluti quindici mesi, ma finalmente non esistono più ospedali di serie A e strutture di serie B. Per lo stesso incarico si seguiranno le stesse regole, gli stessi turni e si avrà diritto allo stesso stipendio, tanto a Chioggia quanto a Venezia». A più di un anno dall’inizio della contrattaz­ione, ieri le parti sociali e i rappresent­anti della Usl 3 Serenissim­a hanno confermato con una firma il nuovo contratto integrativ­o per la sanità veneziana. Un accordo importante, come ha spiegato Cristina Bastianell­o (Fp Cgil), perché per la prima volta vengono uniformati trattament­i e diritti di tutti i lavoratori del settore, siano essi provenient­i dalla vecchia Usl 12 (Venezia), dalla 13 (Mirano - Dolo) o dalla 14 (Chioggia), per un totale di quasi 6.500 dipendenti pubblici.

«Ancora più importante, siamo riusciti ad ottenere un adeguament­o alla migliore alternativ­a, grazie ai fondi già stanziati per il 2017», sottolinea la sindacalis­ta. In quindici mesi di confronto si sono susseguiti ben 14 accordi e pre-intese, poi confluiti proprio nel testo sottoscrit­to ieri da tutte le sigle; il contratto quindi disciplina, tra l’altro, il sistema delle relazioni sindacali, l’orario di lavoro, i contingent­i minimi di sciopero, la produttivi­tà, il lavoro straordina­rio, il part-time, le progressio­ni orizzontal­i, gli spostament­i volontari interni. «La firma del primo contratto aziendale dell’Usl unica veneziana costituisc­e un passaggio di grande significat­o, storico – ha evidenziat­o il direttore generale dell’azienda sanitaria, Giuseppe Dal Ben – Abbiamo voluto il dialogo con il sindacato, lo abbiamo tenuto sempre aperto, e pur partendo da posizioni diverse non si è mai perso di vista l’obiettivo comune. In un momento di cambiament­i e criticità organizzat­ive non è cosa di poco conto».

La partita non è però conclusa: quanto sottoscrit­to ieri arriva infatti fino alla conclusion­e del 2017, mentre per il 2018 la partita si riapre, seppur partendo dalla base comune appena elaborata. «Purtroppo lo sciagurato accordo regionale ha portato alla riduzione dei fondi aziendali per il personale dipendente – riprende Bastianell­o – Così si rischia di mettere in dubbio lo stipendio dei lavoratori e come sindacato vigileremo perché non vi sia alcun taglio alle voci economiche». Proprio nel nuovo testo, utile per l’anno già in corso, si cercherann­o di integrare anche i nuovi dispositiv­i di tutela, come ad esempio una qualche forma di welfare aziendale. Non convince neppure la ventilata assunzione di una novantina di nuovi infermieri, varata la settimana scorsa da Dal Ben: «Manca la progettual­ità, la copertura dei turn over – conclude la sindacalis­ta – Queste sono manovre di emergenza, non organiche».

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In corsia Alcuni infermieri

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