Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, a Zonin e Zigliotto sequestrate le case Vicenza, blocco «conservativo» anche del palazzo dell’ex presidente e della villa dell’imprenditore
VICENZA Dopo le tele del Settecento, i tappeti persiani, le bottiglie di vino, ora tocca a case e terreni. I difensori dei risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza, tornano all’attacco degli ex amministratori che hanno guidato l’istituto negli anni precedenti al crac finanziario.
Nelle scorse settimane, con il benestare del giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti, avevano ottenuto i sequestri conservativi dei «beni mobili» riconducibili all’ex presidente dell’istituto di credito, Gianni Zonin. In pratica, l’ufficiale giudiziario aveva sequestrato quasi tutto ciò che era presente all’interno della villa di Montebello Vicentino (in cui l’ex numero uno di Bpvi vive con la moglie) e del grande palazzo nel centro storico di Vicenza che in passato utilizzava come una sorta di seconda casa.
Ieri, invece, l’avvocato Michele Vettore (che tutela decine di soci) ha ottenuto dalla Conservatoria la trascrizione del sequestro di diversi immobili riconducibili a due degli indagati dalla procura berica, che li accusa di ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e aggiotaggio. Si tratta, oltre che di Gianni Zonin, dell’ex componente del Consiglio di amministrazione (ed ex presidente di Confindustria Vicenza) Giuseppe Zigliotto.
Il sequestro conservativo, quindi, si è esteso anche alle mura dello stesso palazzo del centro città in cui era intervenuto l’ufficiale giudiziario, ma anche a diversi fabbricati che sorgono a Montebello Vicentino e ad alcuni terreni di Gambellara, sempre in provincia di Vicenza. Tutti beni che, stando agli accertamenti condotti dalla guardia di finanza, portano all’ex presidente della Popolare vicentina.
Per Zigliotto, invece, il sequestro ha riguardato la sua abitazione a Longare (al 50 per cento) oltre a diversi terreni di proprietà.
È una mossa, quella ottenuta dagli azionisti, che punta a «congelare» ogni bene di valore in attesa dell’eventuale condanna degli imputati, che potrebbero essere chiamati a risarcire i risparmiatori. Soltanto in questa eventualità, tutto ciò che in queste settimane è finito sotto sequestro (dalle proprietà immobiliari agli arredi, fino al contenuto delle cassaforti di casa Zonin) sarà confiscato e poi messo all’asta. Il ricavato andrà a ristorare, in questo caso, i quarantuno clienti che si sono rivolti all’avvocato Michele Vettore, che ha ottenuto dal giudice «sigilli» fino a un valore complessivo di 3,87 milioni di euro.
«Non abbiamo ancora finito - avverte il legale - ora attendiamo che i giudici del Riesame confermino la regolarità di questi sequestri conservativi. Poi andremo a bloccare anche tutte le quote societarie detenute dagli indagati ma anche le proprietà di cui ancora oggi dispongono al di fuori dalla provincia di Vicenza».
Nel mirino, ad esempio, l’avvocato dei soci Bpvi mette l’immobile di Ravenna che risulta riconducibile a Zigliotto, o le quote delle aziende vinicole del Gruppo Zonin che l’ex presidente Bpvi negli ultimi anni aveva ceduto a moglie e figli. Ma anche una casa a Pederobba, il cui proprietario risulta l’ex responsabile della Divisione Finanza, Andrea Piazzetta.
Passo doppio
Sigilli estesi ai muri dell’immobile in centro storico a Vicenza e dell’abitazione dell’ex leader di Confindustria a Longare