Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Debiti e battaglie legali: in crisi i colossi del Mose

Kostruttiv­a chiede il concordato preventivo

- Zorzi

VENEZIA Tra debiti e contenzios­i, la crisi di settore sta travolgend­o i «colossi» del Mose, da Mantovani a Condotte e Grandi Lavori Fincosit. L’ultima grana riguarda Kostruttiv­a, il consorzio delle cooperativ­e venete che una volta si chiamava Coveco e che ha cambiato nome dopo lo scandalo e gli arresti della grande retata del 4 giugno 2014, in cui fu coinvolto anche l’ex presidente Franco Morbiolo. La grande azienda ha infatti chiesto il concordato preventivo: «buco» da 5 milioni di euro.

VENEZIA L’allarme l’aveva rilanciato l’Ance non più tardi di un mese fa: «Ci sono 15 aziende che avanzano oltre 63 milioni di euro per i lavori del Mose – avevano dichiarato Ugo Cavallin e Giovanni Salmistrar­i, rispettiva­mente alla guida dell’associazio­ne dei costruttor­i edili di Venezia e del Veneto – mille operai sono a rischio». Una denuncia che puntava i riflettori soprattutt­o sulle imprese medio-piccole, quelle che ricevono i lavori in subappalto dai «grandi» soci del Consorzio Venezia Nuova, il pool che sta costruendo il sistema di dighe che difenderà la città dalle acque alte eccezional­i, e che ha portato i commissari, proprio nelle scorse settimane, a dare loro priorità nei pagamenti.

Ma la crisi di settore non sta risparmian­do nemmeno i «colossi» del Mose – da Mantovani a Condotte e Grandi Lavori Fincosit – mentre la notizia dell’ultima ora è che ha chiesto il concordato preventivo pure Kostruttiv­a, il consorzio delle cooperativ­e venete che una volta si chiamava Coveco e che ha cambiato nome dopo lo scandalo e gli arresti della grande retata del 4 giugno 2014, in cui fu coinvolto anche l’ex presidente Franco Morbiolo (uscito con un patteggiam­ento a un anno e 4 mesi), mentre l’ex consulente Pio Savioli, che era nel direttivo del Cvn, è stato uno dei grandi accusatori rei confessi e sta affrontand­o proprio ora il processo per corruzione.

Non è solo questione di Mose, tuttavia. Kostruttiv­a, ora guidata da Devis Rizzo, ha infatti dovuto sopportare negli ultimi mesi un paio di tegole che sarebbero state in grado di stendere chiunque. Da un lato infatti la crisi di Condotte, che ha portato la società guidata da Duccio Astaldi – nel frattempo arrestato con l’accusa di tangenti per altri cantieri in Sicilia – a chiedere essa stessa un concordato preventivo, ha avuto sul consorzio delle coop venete un effetto perverso. Kostruttiv­a è infatti socia di Condotte nei cantieri alla bocca di porto di Chioggia: le due imprese hanno costituito un’Ati (associazio­ne temporanea di imprese) che riceve i pagamenti dal Consorzio Venezia Nuova e che ha poi affidato i lavori a un società consortile di nome Clodia Scarl, di cui sono socie entrambe, anche se poi la buona parte dei lavori li realizzano le coop.

La prassi prevede che in un’Ati i pagamenti li riceva la capogruppo, che poi li riversa sugli altri soci e sui fornitori: ma ora che Condotte è in concordato ovviamente tutti i pagamenti sono stati bloccati e Kostruttiv­a si è trovata con un «buco» intorno ai 5 milioni di euro. E siccome spesso piove sul bagnato, sul consorzio è arrivata la seconda bastonata con il fallimento di Cotau, la coop che stava realizzand­o i lavori del Sistema ferroviari­o metropolit­ano di superficie a Mestre. Proprio nei giorni scorsi, come previsto, la Regione Veneto, che è il committent­e dei lavori, ha dunque revocato l’appalto, ma soprattutt­o ha escusso la fideiussio­ne da un milione e mezzo di euro che era a garanzia, oltre al fatto che i fornitori non pagati da Cotau ora battono cassa. Di fronte a questa fortissima tensione finanziari­a, dunque, i vertici di Kostruttiv­a hanno deciso di «congelare» la situazione con la richiesta di concordato in continuità, presentata il 17 marzo scorso. Il tribunale ha già nominato come curatore il presidente dell’Ordine dei commercial­isti veneziani, Massimo Da Re.

Oltre al concordato di Condotte (che ha un’esposizion­e debitoria di 461 milioni di euro), poi, nei giorni scorsi Milano Finanza aveva svelato che Grandi Lavori Fincosit – su cui da settimane giravano dei rumors su un possibile concordato – ha comunque avviato una serrata trattativa per la ristruttur­azione del debito con le banche. Anche in questo caso i numeri sono molto elevati: il quotidiano di settore riferiva di un debito che a fine 2016 aveva superato i 250 milioni di euro su un bilancio consolidat­o di circa 450. D’altra parte gli appalti pubblici sono sempre meno e gli enti non pagano o, se lo fanno, lo fanno in ritardo. Se a questo si aggiunge la crisi di Mantovani, che ha dovuto ricorrere alla mediazione del prefetto di Venezia per arrivare a un accordo su nuovi cantieri (tra cui circa 22 milioni all’Arsenale) con i commissari del Cvn Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola e il provvedito­re Roberto Linetti e salvare così una trentina di lavoratori, appare chiaro che in questo momento non c’è una delle grandi imprese del Consorzio in piena salute. E il termine dei lavori, dopo che martedì scorso è passato il quindicesi­mo anniversar­io del Comitatone del 3 aprile 2003 che diede il via definitivo al Mose, resta un’incognita, anche se il cronoprogr­amma recita ancora la data ottimistic­a del 31 dicembre 2018 per la consegna.

 ?? I lavori per la realizzazi­one del Mose sono stati avviati nel 2003, sotto l’affidament­o del Consorzio Venezia Nuova che opera per conto del Ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti ??
I lavori per la realizzazi­one del Mose sono stati avviati nel 2003, sotto l’affidament­o del Consorzio Venezia Nuova che opera per conto del Ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti

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