Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Servizi pubblici in Veneto cento società
Lo studio Ires-Cgil: «Basta campanili, le aggregazioni fanno risparmiare cittadini e aziende»
VENEZIA I conti sono in regola, i servizi funzionano e i cittadini non spendono cifre esorbitanti, ma c’è un problema. Le società di acqua, rifiuti, energia e trasporti sono troppe, almeno per lo studio «Servizi pubblici locali, una mappa critica sulla realtà nazionale» di Ires (Istituto di ricerche economiche e sociale del Veneto) e Cgil, presentato ieri al Centro Candiani di Mestre. «Servono aggregazioni, altrimenti si corre il rischio di sconfinamenti di società più grandi, come Hera che già si è presa Padova - ha spiegato Giuseppe Barba di Ires Veneto - Con 5 milioni di residenti il Veneto potrebbe essere un player importante ma c’è troppo campanilismo, basta guardare alle difficoltà di Verona e Vicenza ad unire Aim e Agsm (multiutility di acqua e rifiuti, ndr)».
In Veneto operano cento società (35 private e 65 pubbliche) che si occupano di servizio idrico, energia, rifiuti e trasporto pubblico. «Se un’azienda è piccola subentrano disservizi - ha continuato Barba - ma non deve essere nemmeno eccessivamente grande, perché questo aumenta troppo la distanza con il cittadino». La virtù, dicevano i romani, sta nel mezzo e questo, per Ires, dovrebbe essere il modello da perseguire. «La Regione Veneto ha delegato tutto ai Comuni e invece dovrebbe fare come l’Emilia Romagna che ha operato per favorire aggregazioni societarie», ha concluso Barba.
Numeri alla mano, sul fronte di bus, tram e vaporetti ci sono 7 gestori e 28 ditte che forniscono servizi in appalto. L’azienda più grande è la veneziana Actv con una produzione del valore di 150 milioni l’anno, segue BusItalia con Aps (100 milioni) mentre le altre società si attestano tra i 25 e i 70 milioni l’anno. E se i titoli di viaggio dei bus sono tra i più economici d’Italia, 1,30 euro di media regionale, gli abbonamenti sono cari: 37 euro mensili che ci catapultano, nello studio di Ires, al terzo posto dopo Umbria e Calabria. Sul fronte rifiuti, invece, le tariffe venete sono un’eccellenza: Belluno con una media di 142 euro l’anno di Tari a famiglia di tre persone è la provincia più economica del Paese, Verona (183 euro) è al nono posto, al tredicesimo Treviso (189), al sedicesimo Padova (197) e subito dopo c’è Vicenza (198). Fanalini di coda, Rovigo con 249 euro e Venezia a 339 l’anno.
Le multiutility emiliane Hera e Iren sono le società di servizi pubblici più importanti con un fatturato di 8 miliardi l’anno ma, subito dopo, spiccano tre venete: la veronese Agsm, la veneziana Veritas e la vicentina Aim. «Vanno promosse le aggregazioni, che portano a risparmi per cittadini e aziende - ha detto il segretario di Cgil Veneto Christian Ferrari -. È la sfida del futuro, la Regione faccia la sua parte per favorire questo salto di qualità».
Rifiuti
A Belluno le famiglie di tre persone spendono 142 euro all’anno: è la tariffa più bassa d’Italia